L’ANGOLO DEDICATO AL LIBRO
LA SCELTA DEL SILENZIO di Anna Maria Castoldi e Miriam Donati
Tornano Anna Maria Castoldi e Miriam Donati, ma soprattutto – e spero che per questo le autrici non me ne vogliano – torna lei, Onorina, la sciura Marpol della provincia milanese, con il suo acume, la sua simpatia e la straordinaria capacità di infilarsi nelle indagini, quasi che i casi non vedano l’ora di farsi sbrogliare da lei.
Questo è il quarto giallo della coppia di scrittrici dopo “Delitti nell’orto”, “Fughe e ritorni” e “Tutta la vita davanti”.
Voglio rassicurare da subito i lettori e spiegare che i gialli sono indipendenti, trattando indagini diverse, mentre il filo conduttore è la protagonista e la sua ristretta cerchia di amici. Certo è che per chi conosce tutti i libri, il rimando empatico e la voglia di ritrovare l’anziana più arzilla d’Italia sono fortissimi, così come la piacevolezza di una scrittura capace di intrigare con il mistero e toccare argomenti importanti, forti, con la delicatezza e la dignità di penne sensibili, ma attente e con un occhio ben aperto sulla società del momento. Per chi da qui dovesse partire, ci sarà di certo la curiosità di venire a capo di una sparizione, mentre inizierà un bel rapporto coi personaggi.
Briosa e ritmata, la scrittura coinvolge piacevolmente. Nelle pagine ritroviamo con gioia, per gli estimatori, il rimando implicito a Miss Marple di Agatha Christie e un po’ anche l’ambiente, ovvero la provincia, chiusa e sonnacchiosa, dove però, in perfetto sincrono con l’attualità, le cattive abitudini della città si stanno infiltrando.
Le autrici mettono la loro eroina a confronto con due casi: quello principale, ovvero la scomparsa di una giovane vicina e il fenomeno dei furti e dello spaccio da parte di quelle che vengono chiamate baby gang. E’ proprio da quest’ultimo elemento che vorrei partire per una riflessione. Castoldi e Donati rendono benissimo la situazione: le aggressioni in branco, le percosse più che i furti che si limitano a soldi o ad oggetti rivendibili, la droga che continua a circolare con spacciatori sempre più giovani e quindi impunibili o perseguibili con pene blande. C’è poco da dire: questi sono veri crimini. La definizione baby gang, fa sembrare quelli che sono giovani criminali, quasi carini, scusabili, non così colpevoli. Mi è capitato di sentire bambini delle elementari giocare alla baby gang, avendone una visione scherzosa, elettrizzante. La vedete la pericolosa deriva? Sarebbe il caso di iniziare a dare termini più corretti, nostri, spiegando perché sono delinquenti e non figure da imitare di qualche fiaba.
Il caso principale è un vero mistero, che si segue con attenzione e partecipazione. Da sempre attente al mondo femminile, le autrici raccontano un caso possibile, lasciando aperte diverse risposte egualmente valide, dalle più innocenti fino a quelle più tragiche. E’ un vero percorso analitico di indizi, tracce, testimonianze, dove trovano spazio anche i gesti e i caratteri, le indoli e la psicologia. Si vive nel romanzo lo stesso fermento e i medesimi dubbi che ci attanagliano quando seguiamo i diversi casi portati al pubblico dai media.
Tutto sembra chiaro ma, e le autrici sono bravissime a mostrarlo, non si può mai essere sicuri, perché le persone mostrano e fanno conoscere di sé quello che vogliono e tanto resta celato. Una verità corretta anche riguardo a Onorina.
Pure lei, che abbiamo imparato negli anni a conoscere in un modo, ha un segreto, un qualcosa che ha taciuto, perché tanti anni prima scelse il silenzio per diverse ragioni. Una scelta comprensibile, che comunque torna a farsi sentire, come una spina nel palmo della mano mai tolta che a volte, punge e continua a tormentare.
Nel finale poi viene espressa una considerazione tanto lucida quanto forte, che ci porta a riflettere sul concetto di legge e giustizia, sulle punizioni e le alterne fortune.
Capite bene che in quest’opera che pur ha una sua brevità, c’è tanto per cui appassionarsi, rinnovando con piacere il momento di incontro col libro e la storia che contiene.
Un altro bel colpo di Castoldi e Donati.
Ciao Onorina, riguardati, perché ti aspetto in una nuova indagine!