L’ANGOLO DEDICATO AL LIBRO
MECENATE E I COCCODRILLI DELL’ARGILETUM di Giulio C. Valcossi
Torna Mecenate con una nuova avventura: un omicidio che per caso diviene interessante per il noto cavaliere romano e lo trasporterà in un’indagine macchinosa e difficile. “Mecenate e i coccodrilli dell’Argiletum” è un romanzo imperdibile, attraente per l’attenta ricostruzione della Roma dei Cesari ed emozionante per le sorprese e le indagini.
Il libro è il seguito naturale di “Mecenate e il maestro della paura”. Dello scritto precedente riprende i personaggi, approfondendo le dinamiche tra loro e regalando nuove profondità da scoprire e da apprezzare, ma è godibile anche da solo, con una trama nuova, indipendente, perfettamente comprensibile anche a chi si accosti al romanzo senza conoscere gli accadimenti pregressi.
La scrittura di Valcossi è bella, scorrevole, chiara. Accoglie il lettore dalle prime battute e lo avvolge come una calda coperta che non si vuole abbandonare. Da una parte ci si accosta all’opera con voracità, dettata dalla curiosità e la voglia di scoprire e comprendere cosa si cela dietro un omicidio, dall’altra la compagnia offerta è così piacevole che si rallenta di proposito il ritmo di lettura, per restare più tempo possibile con figure che piacciono e una trama che intriga.
L’autore scandisce la narrazione con descrizioni mirate, precise, prive di dettagli inutili e tanti dialoghi, brillanti, interessanti, che donano ai capitoli dinamismo e leggerezza, pur riuscendo a toccare temi importanti, difficili, che fanno riflettere senza urtare la sensibilità.
Nella sua realtà romanzata, lo scritto ci sprona a scavare, anche nella vita di tutti giorni, senza affidarci con sconsideratezza a persone che, non conoscendole bene, propongono affari sicuri e lucrosi. Ci mostra le brutture che maschere linde e rispettabili celano. Tocchiamo il fausto e l’incanto delle ricchezze delle domus e i sordidi segreti delle strade. Incontriamo l’avidità, la brama di potere e ciò che il denaro può comprare, le porte che può spalancare e il diverso uso che ne fanno le persone degne o i più loschi figuri.
Accanto all’indagine è ben presente ed accessibile il lato umano del romanzo, costituito dalle vicende private dei protagonisti, persone storiche realmente esistite e altre, scaturite dalla creatività dell’autore, tutte rese con maestria e profondità. Il gruppo di Mecenate non è solo una squadra votata al raggiungimento della verità e alla protezione di Cesare, ma uomini e donne che amano, hanno desideri, sogni e difficoltà. Vivono incomprensioni e debolezze e trovano conforto e sostegno nell’amicizia e nella stima che li lega.
“Mecenate e i coccodrilli dell’Argiletum” è un romanzo articolato, è la narrazione avvincente di un caso complesso, con implicazioni tutte da comprendere e connessioni da svelare, che ci porta tra quei coccodrilli a due gambe che si chiamano uomini, e sono più pericolosi delle bestie che titolano l’opera. Intrighi e sorprese che continuano a suscitare domande anche quando tutto sembra ormai chiaro, risposte ancora da cercare per un ritmo in crescendo verso un finale serrato.
Una miscela perfetta tra storia e giallo, con la classicità di entrambi i generi che si fonde con l’impronta moderna di una penna suggestiva.
E’ incredibile che questi romanzi ci siano donati da un autore che si auto produce, meriterebbe molta più considerazione e pubblico, quindi partiamo dai lettori per arrivare a teatri sempre più ampi!