L’ANGOLO DEDICATO AL LIBRO
STORIA DEI MIEI SOLDI di Melissa Panarello
È la storia di due donne opposte eppure indissolubilmente legate. Come era stato per “Cento colpi di spazzola”, anche questo è un libro di rottura, questa volta il tabù non riguarda il sesso ma i soldi.
Panarello è Melissa P. la famosa autrice di Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire, il libro che quando ero ragazzina io aveva fatto scalpore proprio perché parlava di esperienze sessuali senza tabù e filtri. Ritrovare la scrittrice ora, da donna adulta, mi ha fatto un certo effetto. All’epoca io dovevo scoprire ancora la mia sessualità, mentre oggi devo ancora approfondire il mio difficile rapporto con i soldi. E sì, la cosa mi ha fatto sorridere molto.
Ma veniamo alla trama. Melissa è una scrittrice, è passato parecchio tempo dal suo primo libro e quando incontra Clara T. (sì, proprio come Melissa P.) scocca una scintilla. Clara è l’attrice che anni prima ha impersonato Melissa. Anche lei come l’autrice è stata investita da un successo in parte amaro. Essere una donna che scrive liberamente di sesso non è facile, mostrare il proprio corpo al cinema ancora meno.
Le due cominciano a parlare, tra stranezze e una strana alchimia, Melissa comincia a scrivere la storia di Clara, attrice caduta in disgrazia senza soldi e con tanto dolore nel cuore.
Ti porto i miei estratti conto. Altro che romanzi, è lì che trovi le storie della gente. È così che conosci le persone, da cosa scappano e da cosa si sono fatte sedurre, se vuoi conoscere il passato e il futuro di qualcuno è lì che devi guardare, lascia perdere le stelle, le carte, le linee della mano. Fidati solo delle loro tasche.
Quanto dicono di noi le spese che facciamo? Parecchio. Ci ho pensato molto, da quelle voci si può vedere cosa amiamo: cene, viaggi, libri… e quindi anche una parte di noi stesse.
Mi ha sempre dato fastidio parlare di soldi. Non mi piace dire quanto costano determinate cose, né quanto guadagno o spendo per le mie passioni. Adesso da partita iva che accumula crediti e lavori, è diventato fondamentale parlare di soldi. Perché sono io il mio datore di lavoro e sono sempre io a dover fare riscossione crediti (e no, non mi è facile chiedere soldi, nemmeno quando mi spettano).
Il successo ha travolto Clara che forse come me, non aveva mai dato una grande importanza ai soldi, i bonifici arrivavano sul conto e tanto bastava per non fare conti.
In Storia dei miei soldi è Clara a parlare in prima persona mentre le riflessioni di Melissa mettono in luce la personalità complessa di questa ragazza diventata vecchia prima del tempo. I soldi cambiano i rapporti familiari e questa è forse la verità più amara di tutte.
Clara comincia ad aiutare la madre, di nuovo, senza farsi troppe domande ma quando i bonifici si arrestano, proprio come la sua carriera, il mondo di Clara precipita.
I soldi erano la vergogna massima e non solo perché si tende a non parlarne se non con versi di schifo o di eccessiva brama, ma ancor di più perché le donne non ne parlano e, collettivamente, è un argomento che si fa fatica ad associare ai discorsi femminili, quando si è più propensi a immaginare due amiche discutere di scarpe o mariti. Come avevo fatto a ignorare per così tanto tempo che il tabù più grande del mondo, in qualsiasi latitudine e in qualsiasi società, è il denaro? Compresi che ero stanca di fare la scrittrice perché non avevo più battaglie da portare avanti e, mi piaccia o no o non piaccia agli altri, io sono quel tipo di persona che ha bisogno di scrivere contro qualcuno, sempre contro qualcosa e non per trasgredire, ma perché se non ho motivi per alzarmi infuriata dalla sedia, io preferisco rimanere seduta.
L’atmosfera in Storia dei miei soldi è disincantata, Clara non ha avuto una vita facile (chi ce l’ha?) e per tutte le pagine si respira un’aria triste. Clara ha perso tutto quando non ha più avuto i suoi soldi? C’è qualcosa di lei che ci mette a disagio eppure non possiamo fare a meno di leggere, di voler capire…
Storia dei miei soldi è…
Originale. Mi è piaciuta molto l’idea di raccontare la storia di qualcuno partendo dagli estratti conto. Due donne a confronto diverse, due facce però della stessa medaglia. Il finale è la parte che mi è piaciuta di più perché mi ha dato lo “scossone” che cercavo dall’inizio. Lo stile di Panarello è lineare, piuttosto asciutto e come sapete io amo i fronzoli e tutto ciò che ha diversi picchi. Quindi, sono rimasta ad aspettare un crescendo (anche nella narrazione) che è arrivato ed esploso proprio alla fine.
“Ti sei mai chiesta perché ho scelto te per raccontare la mia storia? Potevo chiederlo a chiunque. Ne conosco di scrittori, Niccolò Ammaniti è mio amico, con Francesco Piccolo eravamo vicini di casa, anche con Elena Stancanelli, andavamo sempre a pranzo insieme.
Non voglio offenderti, ma forse loro lo scriverebbero meglio questo libro. Ho scelto te perché hai la stessa tame di amore che ho io, sei una mendicante come lo sono io. Per questo stai mettendo al mondo un altro figlio, lo fai per assicurarti un futuro senza solitudini.
E quindi, se ti mettevi in guêpière per i servizi fotografici, non lo facevi perché eri coraggiosa, ma perché non sapevi come altrimenti avresti potuto farti amare.
Sei una stronza esattamente come me, ma siccome io non ho niente da perdere, me lo dico tutti i giorni. A te invece non lo hanno mai detto abbastanza.”
Consigliato per chi è in cerca di una lettura insolita, per chi cerca una storia amara dal finale inaspettato. Per chi guarda i soldi sempre con quel minimo di timore e paura…