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L’ANGOLO DEDICATO AL LIBRO: LA CODA DEL PAVONE di Paolo Zanatt

L’ANGOLO DEDICATO AL LIBRO: LA CODA DEL PAVONE di Paolo Zanatt

LA CODA DEL PAVONE di Paolo Zanatt

Leggendo l’agile romanzo “La coda del Pavone” di Paolo Zanatta, mi si è aperto un cassettino nella memoria che conservava questa citazione: “Se hai nascosto un ricordo, le canzoni lo trovano.” Sì, perché in questo breve romanzo, le citazioni di brani musicali arricchiscono e fanno da collegamento alla trama. Sono brani che il lettore “over 30” si divertirà a riconoscere e, perché no? a riascoltare e cantare, mentre per i più giovani saranno l’occasione per arricchire la propria cultura musicale. Zanatta è abile nel disseminare strategicamente vari indizi musicali che spaziano tra brani dei Pink Floyd, Bowie, Capossela, Vasco Rossi, Queen e molti altri, inoltre non mancano citazioni da film e questa strategia suscita la curiosità del lettore ad andare alla ricerca della fonte.

L’ambientazione è un luogo non identificato del Bresciano, nei pressi del lago di Garda, il protagonista è Pavone o “il Nostro” e i personaggi in genere sono caratterizzati, come succede nei piccoli centri, attraverso i loro soprannomi, così come i social che sono indicati come icona blu, verde, gialla e rosa.

La scrittura è fluida, semplice, divertente soprattutto nella prima parte, mentre nel finale si vela leggermente di mistero. Il lettore si trova di fronte alle vicende di ragazzi e uomini comuni, per i quali musica e amicizia colmano qualsiasi vuoto, qualunque bisogno di trasgressione, e la cultura rock che permea la narrazione è priva di eccessi, sballi, alcol, sesso. La dimensione della freschezza, del reale, della normalità raccontata è raggiungibile grazie al semplice intervento ad hoc della musica e all’inserimento di qualche frase in dialetto bresciano.
La forza del romanzo risiede soprattutto nella capacità di affidare a chi legge il compito di seguire le tracce che l’Autore ha disseminato tra le pagine, non alla ricerca di una morale o di una interpretazione univoca e definitiva, bensì degli interrogativi che possano dare un senso alla vicenda. In tal modo i personaggi e il lettore arrivano a sovrapporsi perché li accomuna il tentativo di raggiungere, crescendo, la consapevolezza di sé e della realtà, contestualizzandola in un tempo che appartenga loro e possa essere non certo governato ma vissuto.
Ci troviamo di fronte ad un libro gradevole in cui non c’è dolore, né dramma o tragedia, ma solo musica, arte, architettura, ancora musica, amicizia, amore, ma più amicizia che amore, un libro da leggere seguendo il ritmo, anche dei battiti del cuore.

luciani.2006@libero.it

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