L’ANGOLO DEL LIBRO
L’ORA, DEL, SILENZIO, Sabrina, Fava,
È un thriller che corteggia l’horror, sviluppato con una doppia valenza di romanzo di formazione e investigativo.
Sabrina Fava ha una penna scorrevole, capace a metà di intessere una trama che avvince e invita a continuare, sopratutto superate le 200 pagine e giunti a comprendere la motivazione del titolo, a scoprire e capire quei sospesi che l’autrice, nella parte iniziale, mette e lascia lì, per intessere intorno a loro la sua storia. C’è un uomo morto, ma cenni ci dicono che il motivo di questa morte non è chiaro; c’è la scomparsa di una bambina, altrettanto misteriosa; c’è un detective dal passato oscuro che si intuisce doloroso. Ami gettati nel lago della curiosità del lettore che verranno poi sviluppati nei capitoli.
I protagonisti sono tre ragazzi tredicenni, che sono descritti e raccontati molto bene da Sabrina Fava. Le loro insicurezze, i desideri e i sogni, le azioni, sono perfetti per entrare nelle dinamiche dei preadolescenti. Tanti i temi come il trovarsi in una scuola nuova e doversi fare degli amici; il non avere un corpo conforme agli standard; il bullismo. Non manca anche il rapporto coi genitori, con esempi di famiglie diverse, ma dove c’è sempre qualche pecca, qualcosa che funziona e qualcosa che funziona meno, per un’umanità differente e avvolgente. Sebbene il romanzo si sviluppi nel 1979/1980, con salti negli anni precedenti, quello che ci viene raccontato intorno alle dinamiche dei giovani è attuale, comprensibile, vivibile. La storia procede con partecipazione ed empatia. Questa parte, dove sono i giovani a muoversi e agire, è quella che ho prediletto, trovandola dinamica, interessante, avvincente anche sul piano del mistero e dei casi da risolvere.
Più deboli sono i capitoli dedicati al detective e alla sua indagine su un caso freddo, che è quanto meno inutile e inconcludente. Per non parlare del solito quadro del detective bello e maledetto, desiderato dalle donne, ma distrutto da un dolore irrisolto, che si attacca alla bottiglia, che è bravissimo sul lavoro, ma ha perso mordente e motivazione. Troviamo anche l’agente inesperto, timido, goffo che gli viene affiancato, un argomento trito e ritrito, con i rapporti all’inizio difficili e poi in miglioramento.
L’indagine che portano avanti è alla fine un riempitivo di pagine che dà poco al lettore, l’utilità si vede solo in alcune scoperte e nella parte finale. Le dinamiche amorose del detective, dove non mancano parti esplicite, danno quasi la sensazione di tenere in mano due romanzi diversi: uno scritto per i ragazzi, uno scritto per gli adulti, fusi insieme. Peccato che è nello sviluppo per ragazzi che si ha il meglio del libro, se fosse narrato solo dalla parte degli investigatori, lo troveremmo noioso e insulso, così tanto che in fase di revisione diverse parti le avrei levate, guadagnando in ritmo, rendendo le prime 200 pagine, che sinceramente sono un po’ difficoltose, più snelle e di conseguenza l’intero libro più godibile e non prolisso.
La rivelazione finale, non è poi così sorprendente: chi è avvezzo ai thriller al colpevole ci arriva da un pezzo, altro motivo che renderebbe tutto migliore se si trasformasse in un romanzo YA, con mistero, avventura, una coerenza e una chiusura centrate, dove c’è cambiamento, crescita e risoluzione.
“L’ora del silenzio” è un romanzo che intrattiene, non è perfetto, sicuramente migliorabile, ma ha il suo perché.