L’ANGOLO DEL LIBRO

L’ANGOLO DEL LIBRO

STORIA DELLE ISTITUZIONI EDUCATIVE IN ITALIA di Maria Vicini

Un saggio che ci permette di fare un viaggio nella nascita delle istituzioni  educative in Italia e all’estero, scoprendo molte cose curiose, altre spaventose, capendo come si è arrivati alla decisione di fondare gli antenati di quelli che oggi sono chiamati nidi e scuole dell’infanzia.

Maria Vicini ha cercato, studiato, scovato diverse informazioni e le ha raccolte nel suo libro. Parla di educazione, di istituti, ma soprattutto di persone con una visione e delle necessità della società. Si parla di bambini e, una volta di più, grazie all’autrice, comprendiamo quanto, prendersi cura dei piccoli, significhi costruire il futuro di tutti.

Maria Vicini organizza i capitoli in modo sequenziale e logico, usando una scrittura chiara e immediata. A una certa capacità di sintesi, unisce, a volte, delle ripetizioni di concetti che potevano essere sfrondate, sì, ma che di certo fanno sedimentare le nozioni.

In quest’opera ci accostiamo all’educazione e impariamo i nomi originali con cui si identificavano gli istituti dedicati all’infanzia e sono certa che molti troveranno suggestivo ed evocativo il termine presepe per i nidi.

Accanto a queste curiosità, che appartengono alla nostra storia, troviamo considerazioni tristi che hanno portato persone attente al sociale, e alle necessità familiari, a creare dei luoghi dove i bambini potevano essere accolti, accuditi ed educati. La povertà costringeva a rinunciare ai figli, infatti le donne, per portare qualche soldo a casa, avevano la necessità di lavorare e lasciare i bambini per le ore in cui erano occupate nei campi o in fabbrica. All’inizio i piccoli venivano abbandonati nelle ruote o vicino agli ospedali, perché non c’era alcun servizio.

L’autrice ci fa scoprire i primi ricoveri, riportando anche i tassi spaventosi di mortalità tra gli infanti. Nel testo troviamo leggi, accadimenti e dati. Leggiamo cosa veniva insegnato e ci accorgiamo che era tutto improntato all’educazione e ad impartire nozioni, dove non c’era posto per il gioco.

Ai bambini veniva insegnato l’igiene e a prendersi cura di se stessi e dell’ambiente. Imparavano a leggere, scrivere, far di conto e la geografia. Venivano quanto prima avviati ai lavori femminili o maschili, a occuparsi dei giardini, a diventare maestri per i più piccoli.

In un saggio sull’educazione non potevano mancare le figure che dei bambini si prendevano cura, e troviamo delle donne che si sono distinte per i metodi, la cura e l’attenzione, per aver introdotto innovazioni che, in alcuni casi, sono ancora praticate, per la loro visione.

Maria Vicini riporta anche, là dove è riuscita è reperirli, brani tratti dalla viva voce dei protagonisti e, oltre al racconto delle attività, riporta alcuni esercizi. Non mancano immagini, che mostrano i protagonisti, gli strumenti utilizzati, i luoghi, raccontandoli come erano allora e come sono oggi.

Apprezzo l’onestà di chi, nello scrivere, mostra come non fosse tutto un giardino fiabesco e perfetto, permettendo al lettore di capire cosa si è fatto, cosa è cambiato, cosa è migliorato e cosa si è perso.
L’ educazione è un viaggio, un percorso che è sempre in mutamento. In queste pagine mi sono incuriosita, ho scoperto, riflettuto, imparato e confrontato.

luciani.2006@libero.it

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