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LE DONNE NELLA STORIA: GINZBURG NATALIA (nata Levi)

LE DONNE NELLA STORIA: GINZBURG NATALIA (nata Levi)

GINZBURG NATALIA (nata Levi)

Natalia Ginzburg, nata Levi a Palermo 14 luglio 1916 morta a Roma 7 ottobre 1991, è stata una scrittrice, drammaturga, traduttrice e politica italiana, considerata figura di primo piano della letteratura italiana del “Novecento”.

segue da venerdì 5 luglio 2024

Nel 1962 uscì la raccolta di racconti e saggi Le piccole virtù, e nel 1963 la scrittrice vinse il premio Strega con Lessico famigliare, memoir accolto da un forte consenso di critica e di pubblico.

Nel decennio successivo seguirono, nella narrativa, i volumi Mai devi domandarmi del 1970 e Vita immaginaria del 1974. In questo periodo Natalia Ginzburg collaborò anche col Corriere della Sera, che pubblicò numerosi suoi elzeviri su argomenti di critica letteraria, cultura, teatro e spettacolo. Tra questi, una sua lettura critica, con uno sguardo al femminile, del film Sussurri e grida ottenne un forte riscontro nel panorama letterario e culturale nazionale, divenendo un punto di riferimento per la critica bergmaniana.

Nella successiva produzione la scrittrice, che si era rivelata anche fine traduttrice con La strada di Swann di Proust, ripropose in modo più approfondito i temi del microcosmo familiare con il romanzo Caro Michele del 1973, il racconto Famiglia del 1977, il romanzo epistolare La città e la casa del 1984, oltre al volume del 1983 La famiglia Manzoni, visto in una prospettiva saggistica.

Natalia Ginzburg fu inoltre autrice di commedie tra le quali Ti ho sposato per allegria del 1965 e Paese di mare del 1972.

Natalia nel 1969 dette una svolta nella propria vita della scrittrice.

Morì il secondo marito e, mentre cominciava in Italia il periodo, cosiddetto, della strategia della tensione, la Ginzburg intensificò il proprio impegno dedicandosi sempre più attivamente alla vita politica e culturale del Paese, in sintonia con la maggioranza degli intellettuali italiani militanti orientati verso posizioni di sinistra.

Nel 1971 sottoscrisse, assieme a numerosi intellettuali, autori, artisti e registi, la lettera aperta a L’Espresso sul caso Pinelli, documento attraverso cui si denunciano le presunte responsabilità dei funzionari di polizia della questura di Milano. Tale adesione verrà più volte ricordata dalla stampa in seguito al matrimonio della nipote della Ginzburg, Caterina, con Mario Calabresi, figlio del commissario nel frattempo assassinato.

Nello stesso anno si unì ai firmatari di un’autodenuncia di solidarietà verso alcuni giornalisti di Lotta Continua accusati di istigazione alla violenza.

Nel 1976 partecipò alla campagna innocentista in favore di Fabrizio Panzieri e Alvaro Lojacono, i due militanti di Potere Operaio che saranno poi condannati per i reati a loro imputati (tra cui l’omicidio dello studente nazionalista greco Mikis Mantakas).

Nel 1983 venne eletta al Parlamento nelle liste del Partito Comunista Italiano.

Il 25 marzo 1988 scrisse per L’Unità un articolo divenuto famoso, dal titolo: Quella croce rappresenta tutti, difendendo la presenza del simbolo religioso nelle scuole e opponendosi alle contestazioni di quegli anni.

Morì a Roma l’8 ottobre 1991 ed è sepolta al Cimitero del Verano di Roma.

Fine

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