LE DONNE NELLA STORIA: MATILDE DI CANOSSA
Matilde di Canossa, o Mathilde, o più correntemente Matilde di Toscana, nota anche come la Gran Contessa nata a Mantova (?) nel marzo del 1046 deceduta a Bondeno di Roncore 24 luglio 1115. fu contessa, duchessa, marchesa e vicaria imperiale.
segue da venerdì 22 settembre 2023
L’inizio dei quarant’anni di regno
Il 18 aprile 1076 morì Beatrice, e Matilde, che aveva già regnato affiancata alla madre, divenne a 30 anni l’unica sovrana incontrastata di tutte le terre che vanno da Corneto (ora Tarquinia) al lago di Garda. Aveva inoltre titoli in Lorena.
A parte la leggenda locale (della trota e dell’anello), un documento del 1124 attribuisce a Matilde la fondazione dell’Abbazia di Orvat in Vallonia.
Si occupò anche di regolamentare e promuovere la corretta distanza e disposizione delle piante di castagno: il cosiddetto sesto d’impianto matildico. Le piante di castagno, allevate a forma libera, venivano disposte a distanza di 10 metri e sfalsate a triangolo. Inoltre «si poteva anche sfruttare l’erba del sottobosco quale pascolo per le greggi e si raccoglievano agevolmente le foglie da utilizzare nella stalla quale alimento e giaciglio per gli animali». La coltivazione del castagno rappresentò un’importante risorsa alimentare per le popolazioni montane prima dell’introduzione della patata.
L’umiliazione di Enrico IV
Nel 1073 era salito al soglio pontificio Ildebrando di Soana, con il nome di Gregorio VII. Nello stesso anno il nuovo imperatore Enrico IV, dopo aver riorganizzato il territorio tedesco, si era rivolto verso i suoi possedimenti in Italia. Cominciò tra i due personaggi un duro duello, che vide contrapposta l’autorità della Chiesa a quella dell’Impero lotta per le investiture). Nel 1076 il papa decise di scomunicare l’imperatore che da questa iniziativa papale subì un doppio danno, vedendosi estraniato dai riti religiosi e trovandosi con sudditi non più sottomessi.
Matilde si ritenne libera di agire secondo la sua completa volontà e si schierò con decisione al fianco di papa Gregorio VII, nonostante l’imperatore fosse suo secondo cugino. La scomunica indusse Enrico IV a venire a patti con il papa. L’imperatore scese in Italia per parlare personalmente con il pontefice. Gregorio VII lo ricevette nel gennaio 1077 mentre era ospite di Matilde nel castello di Canossa. In quell’occasione l’imperatore, per ottenere la revoca della scomunica da parte del papa, fu costretto ad attendere davanti al portale d’ingresso del castello per tre giorni e tre notti inginocchiato con il capo cosparso di cenere.
Il faccia a faccia si risolse con un compromesso (28 gennaio 1077): Gregorio revocò la scomunica a Enrico, ma non la dichiarazione di decadenza dal trono.
Nel 1079 Matilde donò al papa tutti i suoi domini, in aperta sfida con l’imperatore, visti i diritti che il sovrano vantava su di essi, sia come signore feudale, sia come parente prossimo. Ma in due anni le sorti del confronto tra papato e impero si ribaltarono: nel 1080 Enrico IV convocò un Concilio a Bressanone in cui fece nominare un antipapa: Clemente III (Guiberto, arcivescovo di Ravenna). L’anno seguente decise di scendere una seconda volta in Italia per ribadire la sua signoria sui suoi territori. Decretò Matilde deposta e bandita dall’impero. Il 15 ottobre 1080 nei pressi di Volta Mantovana le milizie dei vescovi-conti (e dell’antipapa Guiberto da Ravenna), fedeli all’imperatore Enrico IV, sconfissero le truppe a difesa d papa Gregorio VII e comandate dalla contessa Matilde, rea di avere donato nel 1079 tutti i suoi beni alla Chiesa e interessata a cacciare da Ravenna l’antipapa Clemente III. Fu la prima, grave sconfitta militare di Matilde (battaglia di Volta Mantovana).
Ma la gran contessa non si diede per vinta e, mentre il papa Gregorio VII era costretto all’esilio, Matilde resistette e il 2 luglio 1084 riuscì a sbaragliare inaspettatamente l’esercito imperiale nella famosa battaglia di Sorbara, presso Modena, grazie alla decisiva formazione di una coalizione favorevole al papato a cui aderirono i bolognesi contrapposti alla lega imperiale.
Fine terza parte