LE DONNE NELLA STORIA: Teodora, Imperatrice di Bisanzio
Teodora Imperatrice di Bisanzio
Segue dal 18 novembre 2022
In quella circostanza si vide quale era il carattere della moglie. Teodora invitò il marito a non lasciare il palazzo perché “è meglio morire da imperatore, che vivere come nessuno”, quindi affidò al capitano degli Illiri e al generale Belisario, che si trovava nella capitale con una forte scorta, il compito di reprimere la rivolta. L’Ippodromo fu espugnato: 30.000 ribelli furono massacrati, l’ordine ristabilito e Giustiniano rimase sul trono.
La coppia imperiale, rafforzata nel potere, si impegnò in un grandioso programma politico e a riedificare e ingrandire Costantinopoli. Furono costruiti acquedotti, ponti, e più di 25 chiese fra cui la più spettacolare Santa Sofia.
Nel 541 un altro complotto per uccidere l’imperatore venne scoperto e sventato da Teodora: sempre vigile e presente negli eventi più drammatici del regno.
La figura di Teodora è stata tuttavia tramandata alla storia con le tinte più fosche e i racconti più infamanti.
Responsabile delle sua cattiva reputazione è Procopio di Cesarea un personaggio importante della corte giustinianea, stretto collaboratore e storico di Giustiniano. Per qualche ragione, rimasta sconosciuta, entrò in conflitto con l’imperatore e si vendicò con la Storia arcana, un pamphlet (rimasto inedito all’epoca) che diede vita ad una serie di pruriginosi pettegolezzi sugli anni giovanili dell’imperatrice: sui suoi ‘osceni’ spettacoli sulle scene dell’Ippodromo e sulle sue perverse abitudini sessuali.
Procopio la descrive come “attrice di talento”, un complimento dubbio dato che la parola “attrice” aveva il significo di prostituta e la professione di attore era ritenuta infamante.
Lo scandaloso matrimonio è descritto in termini violentemente dispregiativi, con l’astio di un aristocratico legato della antica nobiltà che vedeva con estremo disappunto l’affermazione di quella coppia di parvenu all’apice del potere.
In realtà della giovinezza di Teodora si sa poco o nulla. Era la figlia di Acacio, un domatore di orsi nell’Ippodromo, e aveva lavorato come attrice e mima. In seguito si era unìta al governatore di Tyro ma poi, rimasta sola, si era diretta ad Alessandria dove si era convertita al cristianesimo. Con la conversione le era stato possibile liberarsi dalla professione di attrice. Sembra che il patriarca di Alessandria, Timoteo III, sia stato il suo padre spirituale.
Giustiniano aveva circa 40 anni quando la conobbe, intorno al 522; lei aveva poco più di venti anni. Fu amore a prima vista.
Per tutta la vita l’imperatrice si prodigò per le donne sfortunate, per la redenzione delle prostitute, e si adoperò per l’abolizione dei bordelli che proliferavano a Bisanzio. Dopo la sua morte, Giustiniano promulgò una legge che autorizzava una attrice, penitente, al matrimonio e anche ad essere ammessa nel patriziato.
Teodora morì di cancro e fu sepolta nella chiesa dei Santi Apostoli in un mausoleo costruito dall’imperatore per la sua imperatrice e per se stesso.
Teodora fu una strenua paladina della dignità e dei diritti delle donne, sfortunatamente la sua memoria è legata per sempre ai pettegolezzi di uno storico malevolo.
Fine