LE MAESTRE DELLE SCUOLE PER L’INFANZIA IN ANSIA PER IL LORO DESTINO
La decisione dell’Amministrazione Comunale di Lecce di chiudere tre scuole dell’infanzia affidandone la gestione al sistema di istruzione statale non è stata accolta con favore dalle maestre che operavano in quelle strutture, anzi.
Le stesse, infatti, si sono unite alla contestazione dei genitori dei bimbi che frequentavano quelle scuole che, a loro volta, chiedono che i bimbi non siano separati dalle maestre conosciute sinora ed hanno chiesto un incontro con il Sindaco e l’Assessora. Incontro che da parte del Comune è stato accordato. Nel corso del predetto incontro Salvemini e Ciccirillo hanno cercato di rassicurare i genitori che erano riuniti sotto il palazzo comunale in una sorta di sit-in improvvisato.
Le maestre, da parte loro, sottolineano l’incredulità per una scelta della Giunta con la quale mai avrebbero pensato di confrontarsi. C’è dispiacere, rabbia, in alcuni casi anche disperazione laddove si era fatto affidamento su quell’incarico per sostentare il proprio nucleo familiare e adesso ci si ritrova letteralmente in mezzo ad una strada.
Le maestre delle scuole dell’infanzia del Comune di Lecce , infatti, facevano parte di una graduatoria stilata nel luglio del 2020 che avrebbe dovuto avere la durata di tre anni. Dall’oggi al domani, invece, senza alcun preavviso – dicono le dirette interessate –, hanno saputo che alla fine di quest’anno scolastico dovranno trovarsi un altro mestiere perchè l’Amministrazione ha scelto di dismettere quell’impegno passando tre delle quattro scuole comunali al sistema statale.
Le insegnanti hanno evidenziato la paradossalità di una situazione che scontenta tutti e di cui non si intravedono i reali benefici per le casse del Municipio. Alcune accusano: “Molte di noi facendo affidamento su quella graduatoria che ci consentiva l’insegnamento nelle scuole dell’infanzia del Comune di Lecce hanno rinunciato a supplenze ed incarichi nelle scuole pubbliche sul territorio nazionale, proprio perché facevamo affidamento su quell’incarico. Come si fa a cambiare le regole del gioco in pieno anno scolastico consegnandoci ad un futuro più che incerto?”.