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LECCE – Ancora sull’impianto a biometano da impiantare località “Cafore”

LECCE – Ancora sull’impianto a biometano da impiantare località “Cafore”

L’assessore alle Politiche urbanistiche di Lecce, Gianpaolo Scorrano, interviene per alcuni chiarimenti sul progetto di un impianto a biometano in località Cafore, dopo l’incontro di ieri tra il sindaco Adriana Poli Bortone e il sindaco di Surbo, Oronzo Trio.

<Ieri pomeriggio si è cercato di fare un po’ di chiarezza sul progetto di un impianto di biometano che si vorrebbe realizzare in località Cafore a Lecce. Durante l’incontro che si è tenuto a Palazzo Carafa tra il sindaco di Lecce, Poli Bortone, e quello di Surbo, Trio, sono state affrontate tutte le questioni venute alla ribalta della cronaca in questi ultimi giorni.

Si è precisato, innanzitutto, che l’impianto occupa 7,35 ettari e non 500 come più volte è stato erroneamente riportato, che – dalle verifiche effettuate – rispetta le distanze di Legge da edifici vincolati (500 ml) e che l’impatto odorigeno di previsione sarà entro i limiti imposti dalle norme come da calcoli allegati nell’apposita relazione.
Nessun pregiudizio dunque, così come nessuna volontà politica di realizzare l’impianto da parte del Comune di Lecce, bensì il doveroso rispetto delle Leggi nazionali e regionali in materia che, per la potenza espressa (500 m3/h), individuano nella PAS (procedura abilitativa semplificata) e non nell’AUA (autorizzazione unica ambientale) l’iter da seguire, assimilando, purtroppo, le biomasse al fotovoltaico, quando così proprio non è.

Massima attenzione sarà prestata in conferenza di servizi da tutti gli Enti interessati (Soprintendenza, Arpa, Asl, Regione, Provincia, etc) così come sarà valutata (secondo Legge) anche la possibilità –non prevista dalla

normativa – di invitare alla stessa il Comune di Surbo in qualità di confinante.

La stessa massima attenzione che, al contempo, è stata richiesta al sindaco Trio nei confronti dell’impianto a biomasse di proprietà dell’Eni che insiste sul territorio di Surbo, che spande il digestato prodotto su 292 ettari (di cui 120 su aree del comune di Lecce), che utilizza vasche per la fermentazione del tipo aperto (e non chiuso come quelle previste nel progetto in esame) e per il quale Arpa Puglia a settembre dello scorso anno ha fatto una serie di prescrizioni che, ad oggi, non risulterebbero essere state ancora ottemperate.

Lo scrivente, il sindaco Poli Bortone e il centrodestra tutto sono da sempre in prima linea per la tutela del territorio come dimostrato, peraltro, dalla mozione dello scorso anno, tristemente bocciata dalla passata amministrazione Salvemini, con la quale si richiedevano maggiori controlli sull’impianto a biomasse di Surbo e che portò al sopralluogo sull’impianto Eni e alla relativa giusta ordinanza di Arpa Puglia.

L’amministrazione di Lecce ed il Settore Urbanistico in particolare stanno facendo tutto quanto di propria competenza, oltre che di Legge, per verificare la regolarità del progetto presentato da Agrienergia
Circolare 6 Srl, restando in attesa di conoscere i doverosi pareri (in particolare Arpa per l’impatto odorigeno e Soprintendenza per quello paesaggistico) che vorranno giungere nella Conferenza di servizi ed esprimere in tal modo il proprio parere sulla scorta di dati tecnico-scientifici certi e vincolanti.

Per il resto non si può certamente impedire alla gente di esprimere la propria legittima preoccupazione, anzi ben venga il dialogo, ma è giusto fornire ai cittadini le informazioni corrette al fine di consentire a
tutti indistintamente di trarre le giuste conclusioni>.

luciani.2006@libero.it

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