HomeCronaca e AttualitàLECCE: IL PELLICANO RESTAURATO TORNA SULLA CHIESA DEL GESÙ

LECCE: IL PELLICANO RESTAURATO TORNA SULLA CHIESA DEL GESÙ

LECCE: IL PELLICANO RESTAURATO TORNA SULLA CHIESA DEL GESÙ

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Sono trascorsi due anni, ma ora la statua del Pellicano, completata anche nella faccia torna in cima alla Chiesa del Gesù, in via Rubichi, nel cuore di Lecce. Il ripristino avviene proprio nel giorno in cui il capoluogo salentino celebra i 400 anni dalla morte di San Bernardino Realino, gesuita compatrono di Lecce a cui si deve la costruzione della chiesa che ne custodisce le spoglie. Le operazioni si sono svolte nella giornata di ieri. Il volto dell’uccello, distrutto da un fulmine nel 2014, è stato ricostruito gratuitamente con un delicato lavoro grazie all’accordo tra l’assessore all’Ambiente Andrea Guido e la ditta Marullo Costruzioni di Calimera. I maestri scalpellini della ditta hanno realizzato in laboratorio l’esatta copia del volto e del lungo becco del volatile in pietra leccese, in maniera tale che potesse combaciare perfettamente con la nuca e le restanti parti della testa. Il nuovo pezzo è stato fissato, poi, utilizzando particolari resine epossidiche e di fibre naturali al posto dei bulloni.

“Uno dei numerosi simboli che hanno figurato Cristo, forse, insieme all’agnello, il più significativo e commovente, è il pellicano – racconta Padre Mario Marafioti, gesuita responsabile della struttura di proprietà della stessa confraternita – Al bianco uccello che vive in Europa orientale, in Asia sud-occidentale e in Africa, si attribuisce un importante significato allegorico. Il fatto che i pellicani adulti curvino il becco verso il petto per dare da mangiare ai loro piccoli i pesci che trasportano nella sacca, ha indotto in passato all’errata credenza che i genitori si lacerino il torace per nutrire i pulcini col proprio sangue, fino a divenire emblema di carità. Il pellicano è divenuto, pertanto, sin dal medioevo, il simbolo dell’abnegazione con cui si amano i figli. E per questa ragione l’iconografia cristiana ne ha fatto l’allegoria del supremo sacrificio di Cristo, salito sulla Croce e trafitto al costato da cui sgorgarono il sangue e l’acqua, fonte di vita per gli uomini”.

Posata anche una targa marmorea commemorativa del quattrocentesimo anniversario della morte di San Bernardino Realino, che verrà scoperta nella mattinata di sabato per mano del sindaco, in occasione di una cerimonia speciale. “Il 2 luglio 1616 il sindaco Sigismondo Rapanà eleggeva patrono e protettore di Lecce Bernardino Realino, poco prima che morisse, consegnandogli le chiavi della città – spiega Andrea Guido – Quattrocento anni dopo Paolo Perrone rinnova l’offerta di quelle chiavi al santo gesuita amico dei poveri e soccorritore dei deboli, alla presenza dell’Arcivescovo Mons. D’Ambrosio. Per l’occasione sono riuscito a far realizzare in maniera gratuita da un amico artigiano l’esatta copia di quella chiave che oggi è ancora custodita all’interno della chiesa gesuita insieme ai resti di San Bernardino. Non riuscirei a fare tutte queste cose – commenta l’assessore leccese – senza l’aiuto dei tanti amici che mi circondano”.

La statua rimarrà imbracata con dei nastri di sicurezza per i prossimi giorni onde permettere la solidificazione dei collanti usati. Dopodiché si potrà passare alla fase della velatura per ottenere l’uniformità cromatica del nuovo pezzo rispetto al resto della scultura.

redazione.lecceoggi@gmail.com

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