LECCE: Quartiere Stadio, in arrivo il muro che unisce – Gli street artist di tutta Italia per realizzare un murales lungo 260 metri
Il muro che non separa, ma che anzi mette insieme. Un muro che diverrà espressione permanente della voglia di esserci, di sentirsi finalmente – e a pieno titolo – parte della città e del suo futuro: questo l’obiettivo del progetto“Il muro che unisce- An urban art project”, promosso dalla comunità parrocchiale di San Giovanni Battista, attiva nel quartiere Stadio Lecce, con il patrocinio di Accademia di Belle Arti e Comune di Lecce.
Nel periodo che va dal 16 al 22 giugno 2016,infatti, una nutrita schiera di artisti internazionali – graffiti-writing, aereosolart, street-art, poesia d’assalto, calligraffiti – si produranno nella realizzazione di un esteso muralessulla superficie esterna del muro di recinzione del complesso parrocchiale di San Giovanni Battista a Lecce, lungo circa 260 metri, per un totale di 676 metri quadrati. Gli artisti in azione, sotto il coordinamento artistico di DADO, apprezzato street artist italiano, proverranno da tutta Italia: Kerotoo, Fenix Asar, Peeta, Made, Cheone, Crea, Corn 79, Etnik, Cekos Art, Camardo e Davide.Al termine dell’evento verrà realizzato un catalogo digitale che sarà pubblicato in maniera permanente sul sito della comunità parrocchiale.
Obiettivo dell’iniziativa è la valorizzazione dell’intero complesso architettonico di via Novara come esempio di architettura nazionale e internazionale, riaffermando il suo alto livello qualitativo ed estetico attraverso l’invito alla collaborazione di artisti dalla confermata esperienza nel linguaggio tecnico-espressivo dell’Urban Art. Il complesso parrocchiale in questione è infatti attualmente considerato tra le opere d’architettura e d’arte contemporanea più significative del Salento,non solo per la presenza di opere realizzate da artisti internazionali come Mimmo Paladino e Armando Marrocco, ma soprattutto per la rappresentazione e il risultato d’insieme che gli architetti Franco Purini e Laura Thermes sono riusciti a ottenere da una struttura che, perfettamente inserita nel territorio parrocchiale, definisce nella sua globalità un’architettura capace di costruirsi come “totalità”, dunque a sintetizzare perfettamente l’istanza di coesione virtuosa verso cui tendere. Rappresentando peraltro – con le molteplici attività che le ruotano attorno – punto di riferimento imprescindibile per la quotidianità del quartiere.
Il tema proposto “il muro che unisce” nasce dal sentimento contemporaneo di riqualificazione e valorizzazione delle zone periferiche delle città e si rivolge ad un più esteso programma d’integrazione delle zone urbane ai margini, non più pensate escluse, ma come nuovi luoghi e centri di aggregazione e condivisione sociale, con strutture ricettive collettive e con un aggiunto valore estetico.