LECCE: SI RAGGIUNGERÀ IL NUMERO DI CONSIGLIERI DIMISSIONARI PER CADERE IL SINDACO SALVEMINI
Il Centrodestra leccese, vuole mandare a casa la Giunta Salvemini e per ottenere ciò ha fissato un appuntamento per questo pomeriggio a Palazzo Carafa. I consiglieri di opposizione del centrodestra, per non lasciare margini di dubbio, saranno dal segretario generale Vincenzo Specchia a firmare le proprie dimissioni. All’appello dovrebbe mancare quella della consigliera Paola Gigante, che si trova attualmente in Thailandia. Il problema non è l’accordo o meno della consigliera ma dei disguidi burocratici per far sì che anche la firma di Gigante giunga al segretario Specchia. In sostituzione della Gigante alcuni esponenti del centrodestra avrebbero contattato il consigliere del M5S, Fabio Valente perché apponesse anch’egli la propria firma a quella dei sedici già disponibili. Valente però ha dato risposta negativa.
Il tentativo si sarebbe ripetuto, questa volta nei confronti del consigliere UDC Marco Nuzzaci ma, anche stavolta, è stato fatto un buco nell’acqua.
“Ritengo pretestuose le richieste che giungono dal centrodestra leccese – ha dichiarato Nuzzaci – e che mi invitano, con modi non sempre ortodossi a firmare un documento che farebbe cadere la mia stessa amministrazione, quella che ho sostenuto con la mia candidatura e quella che sostengo nei principi, nelle idee programmatiche e nelle azioni. Invito dunque tutti coloro che mi hanno già contattato e a coloro che intendono contattarmi a non farlo, giacché come capogruppo del mio partito e totalmente sostenuto in questa decisione dal rappresentate nazionale e assessore regionale dell’UdC Totò Ruggeri ho scelto otto mesi fa di sostenere il progetto in cui credo, quello del sindaco Carlo Salvemini e del vicesindaco Alessandro Delli Noci. Non prenderò ordini o indicazioni da nessuno. Noi dell’UdC abbiamo le idee chiare e niente e nessuno potrà farcele cambiare”.
Ciò significa che il numero di consiglieri dimissionari non dovrebbe essere sufficiente per far cadere Carlo Salvemini e quindi andare al voto a giugno.
Ottavia Luciani