LIBERE GRAZIE A UN CORRIDOIO UMANITARIO DALL’AFGHANISTAN
Il Sindaco di Lecce dà loro il benvenuto
Questa mattina il sindaco Carlo Salvemini ha ricevuto a Palazzo Carafa sei donne afghane appena giunte in Italia grazie progetto “Corridoi umanitari/Evacuazioni per l’Afghanistan”, figlio del protocollo d’intesa firmato nel novembre scorso tra Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Ministero dell’Interno, CEI, Comunità di Sant’Egidio, Federazione delle Chiese Evangeliche, Tavola Valdese, Arci, INMP, OIM e Unhcr.
Ad accoglierle in città Arci Lecce solidarietà, che ha preparato l’accoglienza delle rifugiate in collaborazione con il Circolo Arci Alveare e grazie a percorsi di accoglienza in famiglia grazie ai quali cittadini comuni hanno aperto le porte delle proprie case in attesa del trasferimento delle nuove arrivate in ordinari progetti di accoglienza per rifugiati.
“Il ritorno dei talebani al potere nel loro Paese ha spezzato bruscamente i loro sogni, le loro carriere e le ha precipitate in una situazione di pericolo e di persecuzione – dichiara il sindaco Carlo Salvemini – Perché in quel paese alle donne non è consentito avere sogni, avere una professione, una possibilità di carriera. È proibito svolgere attività politica e solo per averlo fatto in precedenza rischiavano gravi conseguenze. Per salvarsi e per conservare i propri sogni, per loro non c’era altra strada se non la fuga dalla propria terra. Ho voluto dare loro il benvenuto, la nostra terra, che è terra di accoglienza, è la loro casa. Il fondamentalismo religioso, l’oscurantismo, la sottomissione delle donne sono tragedie del presente per le quali non dobbiamo mai smettere di impegnarci, praticando la solidarietà attiva e il sostegno verso le vittime”.
Nabila, Kamela, Parwim, Zarifa, Hawagul, Fatima (questi i nomi delle sei donne) svolgevano lavori e attività fortemente a rischio dal momento in cui i talebani sono tornati a potere in Afghanista, nell’agosto 2021. Tra loro una giornalista, due attiviste per i diritti delle donne, una poliziotta, due studentesse.
“Le associazioni del terzo settore, le ong, il volontariato italiano sono in prima linea per alleviare queste sofferenze, insieme ai Ministeri degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale – conclude il sindaco Salvemini – Insieme hanno sottoscritto un protocollo d’intesa che ha reso possibile, in collaborazione con i paesi confinanti l’Afghanistan, l’apertura di corridoi umanitari. A loro va la nostra gratitudine e il nostro sostegno. A Nabila, Kamela, Parwim, Zarifa, Hawagul, Fatima, i cui occhi oggi brillavano di vita e di energia, ho rivolto l’augurio di poter realizzare i loro sogni e un giorno tornare a vivere in un Afghanistan finalmente libero”.
“Siamo felici di far parte della rete che ha permesso l’apertura di uno dei più importanti corridoi umanitari degli ultimi anni – dichiara Anna Caputo, presidente di Arci Lecce Solidarietà cooperativa sociale – È un’operazione che ha salvato centinaia di vite umane ed ha sottratto delle donne alla segregazione e all’incarcerazione, restituendo loro quella libertà che gli è stata del tutto negata nel giro di poche ore. Ma non basta: l’Occidente può e deve fare di più. Dal ritorno dei talebani è trascorso un anno. L’impasse col passare del tempo si trasforma in abbandono, e questo non si deve più ripetere”.