LIZZANELLO: RESILIENZA DI COMUNITÀ – LA STRADA DELLA PACIFICAZIONE SOCIALE
Questa mattina un corteo di studenti dell’Istituto Comprensivo “C. De Giorgi” di Lizzanello con Merine é partito dal Municipio e ha raggiunto la stele di Via Gramsci per commemorare i defunti Cesare Longo e Cesare Trovè, caduti, a causa dell’esplosione di una bomba durante il comizio dell’onorevole Giuseppe Calasso, l’11 aprile del 1948.
Una corona di alloro, una preghiera e la benedizione del reverendo Don Albino in loro memoria.
A seguire l’apertura del laboratorio urbano dell’ex mercato coperto allestito per l’occasione con foto inedite dell’Archivio di Stato.
Lizzanello è pronta per un appuntamento importante, quello con la Storia, la Nostra Storia!
La maggioranza del sindaco Fulvio Pedone (Adele Ingrosso, Costantino Giovannico, Renato Stabile, Luca Totaro, Annalisa De Fabrizio, Noemi Calogiuri, Paola Buttazzo, Antonio Russo, Luigi Capone, Antonio Papa, Massimo Falco) e la minoranza (Silverio Marchello, Angelo Leo, Andrea Mocavero) lavoreranno insieme in un ambizioso progetto di resilienza di comunità.
Era l’11 aprile del 1948 quando a Lizzanello, in via Gramsci, un evento di straordinaria efferatezza criminale segnò il culmine di un radicato scontro sociale fra destra e sinistra.
Una bomba ad alto potenziale venne lanciata sulla folla dalle terrazze di un’abitazione ubicata alle spalle del palco ed esplose durante il comizio del Fronte Democratico Popolare, mentre a parlare era l’onorevole Giuseppe Calasso, esponente comunista e figura politica di primo piano del dopoguerra salentino.
A morire due persone, Cesare Trovè, di 30 anni e il sedicenne Cesare Longo, mentre 18 persone rimasero ferite.
Per quella strage non fu mai individuato nessun colpevole.
E’ il culmine delle lotte tra tabacchine e proprietari terrieri. Uno scontro sociale che affonda le sue radici nei tempi e nelle dinamiche agricole delle lotte contadine, nei rapporti anche di sfruttamento salariale delle manifatture presenti in paese.
Una società divisa, arrabbiata, contestatrice, una piccola comunità del mezzogiorno d’Italia che esce “indenne ” dalla seconda guerra mondiale, ma che al suo interno ribollisce di riscosse sociali; aleggia palpabile l’ingiustizia sociale che sconvolge gli animi e trova il suo sfogo nella politica.
“Sono passate poche generazioni da quel culmine di terrore e crimine, da quella rabbia, da quella disperazione senza che un giusto processo individuasse un colpevole, senza che la verità storica uscisse. Ognuno a Lizzanello porta ancora dentro di sé la propria verità, la propria consapevolezza” commenta il sindaco di Lizzanello, Fulvio Pedone.
E’ ancora vivo quel ricordo nonostante siano passati settant’anni.
La tragica fine di Cesare Trové e di Cesare Longo continua ad inquietare le coscienze.
E’ tanto il tempo trascorso, ma per la storia dell’umanità è ancora poco, sono passate appena due generazioni, la terza generazione, la nostra, fa ancora in tempo ad analizzare cosa è successo e a promuovere un processo di pacificazione sociale.
“E’ un dovere verso i nostri figli, verso i nostri genitori ed i nostri nonni, ma è certamente un dovere verso noi stessi. Un processo di pacificazione è possibile e ritengo sia un dovere civile tentare questo esperimento sociale – continua il primo cittadino – farlo con dovizia e con scienza, utilizzando ora che sono finalmente disponibili, dopo 70 anni di segreto di stato, i documenti processuali di quell’attentato”.
E’ intenzione dell’amministrazione di Lizzanello, del sindaco, della consigliera delegata alla Cultura, Paola Buttazzo, avviare un progetto da denominare “11 aprile 1948 – 11 aprile 2018 la strada della pacificazione sociale”.
Il progetto prende le prime mosse con la pubblicazione del volume del Professor Salvatore Coppola “…e l’edera si tinse di rosso” e con una giornata dedicata al ricordo. Altre iniziative sono in cantiere.
Su tutte, la celebrazione di un processo con un’imputazione precisa, con i testimoni, con un collegio giudicante ed una giuria popolare.
Verranno mutuate le regole del processo penale e quei fatti saranno analizzati e dibattuti con dovizia scientifica.
Il processo non individuerà colpevoli, né responsabili ma – premessa l’accettazione anticipata del risultato scientifico raggiunto – avvierà una pacificazione sociale, un nuovo corso per Lizzanello.
Il progetto prevede, inoltre l’apertura di una strada che unisce il centro storico (via Regina Elena) al centro nuovo di Lizzanello (Via Gramsci) una strada che abbatterà un muro ed avvierà un nuovo corso sociale per Lizzanello.
La strada porterà il nome di “Via della Pacificazione – 11 aprile 1948 / 11 aprile 2018”; lì nei pressi verrà realizzato un monumento a suggello del cambio di passo della nostra comunità, della volontà di Lizzanello di andare avanti, conservando il ricordo di Cesare Trovè e Cesare Longo e di tutti i feriti dell’attentato dell’11 aprile 1948.
L’approfondimento scientifico e l’analisi storica di quei giorni di terrore, saranno gli strumenti con cui stimolare la Comunità di Lizzanello verso un nuovo corso, la pacificazione sociale.