MARCO BARDOSCIA PRESENTA IN ANTEPRIMA I BRANI DI LEGNOMADRE, NUOVO PROGETTO DISCOGRAFICO
Nel concerto ospitato dal Teatro Koreja, in collaborazione con l’Associazione Culturale Good Vibes, il musicista salentino sarà affiancato da Gabriele Mirabassi al clarinetto, William Greco al piano, Dario Congedo alla batteria e Simone Padovani alle percussioni.
Giovedì 29 giugno (ore 21 | ingresso 20 euro | prevendite nel circuito Vivaticket.it | info e prenotazioni 0832242000 – 3895359459 – goodvibesassociazione@gmail.com) l’Ortale del Teatro Koreja in Via Guido Dorso a Lecce, in collaborazione con l’associazione culturale Good Vibes, ospita la presentazione ufficiale di Legnomadre. Anticipato dal singolo Sequoia, dal 30 giugno il nuovo progetto discografico di Marco Bardoscia, prodotto dall’etichetta Tŭk Music di Paolo Fresu, sarà in distribuzione fisica e digitale nella programmazione Puglia Sounds Record 2023 della Regione Puglia (operazione finanziata a valere su FSC 2014/2020 “Azioni di valorizzazione della cultura e della creatività territoriale – turismo). Sul palco il contrabbassista e compositore salentino sarà affiancato da Gabriele Mirabassi al clarinetto, William Greco al piano, Dario Congedo alla batteria e Simone Padovani alle percussioni. Nella registrazione del cd, al quintetto si aggiungono anche l’Orchestra da Camera di Perugia e la partecipazione di Alessandro Mannarino.
Come è risaputo, esistono particolari contrabbassisti. Marco Bardoscia è uno di questi. La sua ben nota peculiarità è quella di unire all’aspetto tecnico (leggi metronomico senso del tempo unito ad una cavata possente e ad un uso “intelligente” dell’archetto) un talentuoso e personale approccio al mondo della composizione e dell’arrangiamento. Da sempre sensibile al tema “Terra” e, per proprietà transitiva – vista la materia prima del suo strumento – a quello della natura e in particolar modo del legno. LegnoMadre è l’ovvia e naturale prosecuzione di “The future is a tree”, precedente lavoro discografico uscito sempre per Tuk Music nel 2020. Il messaggio, come lo stesso autore ricorda, è ancora una volta quello di restare vigili per proteggere la nostra madre terra, il legno dei nostri amati alberi è un materiale “sacro” per il suo essere vivo, malleabile, duro e flessibile allo stesso tempo, per la sua capacità di proteggerci e scaldarci, per la moltitudine di impieghi che se ne possono fare. Il legno è anche il materiale di cui sono fatti tutti gli strumenti di questo progetto ed ecco allora che Legno Madre diventa il canto d’amore del legno (e di chi lo suona) per la madre Terra. I passati anni di pandemia hanno spostato la nostra attenzione sulla nostra salute, su noi stessi e in generale sull’umanità generando un pensiero principalmente antropocentrico. Ma l’uomo non è che uno degli elementi della natura che lo circonda ed è pericoloso avere una visione così limitata della realtà, non c’è futuro per gli uomini senza il rispetto e l’amore per il mondo che li circonda e se impariamo ad amare un fiore, un albero, un uccello o un fiume stiamo già amando noi stessi e il nostro prossimo. La lezione più grande ci viene proprio dalla natura e dall’armonia che la regola, proprio come in una musica ben organizzata in cui per ognuno c’è spazio e tutti sono importanti e proprio grazie a questa pluralità la musica suona meglio e diventa armonia.
Legnomadre è però un’eccellente traduzione della maturazione strettamente artistica del musicista salentino che va oltre all’azione spirituale già emersa nel precedente lavoro discografico, collegando il nuovo progetto con la necessaria coesione stilistica alle passioni mai sopite verso mondi musicali sin qui mai esplorati come ad esempio quelli della musica cubana e brasiliana. In questo è sorretto e aiutato da una serie di straordinari co-protagonisti in stato di grazia quali William Greco al pianoforte e Dario Congedo alla batteria, nucleo dell’ormai storico trio di Bardoscia, ma anche le importantissime new entry di Simone Padovani (fra i più attenti e preparati specialisti delle percussioni italiani) e del “master name” di Gabriele Mirabassi, clarinettista perugino fra i più amati e celebrati dei tempi moderni. Non basta. A donare ancor maggiore profondità a molti temi è stata chiamata l’Orchestra da Camera di Perugia, cresciuta con un Umbria Jazz alle spalle che ha insegnato colori, duttilità e plasticità all’altrimenti serioso universo di provenienza. L’inserimento riesce sistematicamente a fornire notevole spessore artistico a molti progetti, primo fra tutti quel “Altissima Luce, Laudario di Cortona” inciso dall’Orchestra con Paolo Fresu, Daniele di Bonaventura, Marco Bardoscia e Michele Rabbia. Il frutto, raro, di questo modo di pensare musica è un variegato mondo capace di esplorare ed emozionare con in più la “specialità” di riuscire a differenziare i vari livelli di approfondimento progettuale che in altre poche parole equivale alla capacità di essere creativi e mai ripetitivi anche a livello prettamente stilistico. Per questo Legnomadre è un lavoro di freschezza speciale ed originale, segno inequivocabile della maturazione di uno dei più illuminati musicisti italiani contemporanei. Il tocco in più nei featuring del lavoro è infine rappresentato dalla presenza di Alessandro Mannarino la cui poliedricità è un tutt’uno con quella di Bardoscia e forse, proprio per questo, il cantautore romano ha invitato Marco ad unirsi al suo tour estivo 2023.
Nel giro di pochi anni, Marco Bardoscia è riuscito a ritagliarsi un posto importante nel panorama della musica di questo tempo. Contrabbassista sensibile e articolato, riesce a mettere a frutto come pochi l’indirizzo interpretativo e compositivo frutto dei suoi studi al Conservatorio Nino Rota di Bari e del diploma in contrabbasso classico conseguito al Tito Schipa di Lecce nonché di importanti clinics come quella della Berklee School of Music dalla quale gli è stato assegnato nel 2002 il premio quale miglior nuovo talento. Inutile enumerare premi e registrazioni importanti della sua già importante carriera artistica oppure gli ormai importanti festival ove si è esibito a livello planetario mentre risaltano sicuramente le fondamentali collaborazioni con grandi nomi della musica contemporanea come quelle con l’Orchestra della Magna Grecia, Orchestra da camera di Perugia, Quartetto Alborada, Orchestra della fondazione I.C.O. “Tito Schipa”, Paolo Fresu, Bojan Z, Gianluigi Trovesi, Nicola Conte, Eugenio Finardi, Franco Califano, Paola Turci, Joey Calderazzo, Roberto Ottaviano, Ernst Reijseger, Perico Sambeat, Gianluca Petrella, Paolo Damiani, Daniele Di Bonaventura, Fabrizio Bosso, Rita Marcotulli, Michele Rabbia, Javier Girotto, Tiziana Ghiglioni, Fabio Zeppetella, Bebo Ferra, Gaetano Partipilo, Peppe Servillo, Banda Municipal de Santiago de Cuba, Canzoniere Grecanico Salentino, Vertere String 4et, Marco Tamburini, Luca Aquino, Raffaele Casarano, Giuliano Sangiorgi (Negramaro), Omar Pedrini (Timoria), Petra Magoni, Don Pasta, Maurizio Gianmarco, Nguyen Le, Cuncordu e Tenores di Orosei, Gianmaria Testa, Maria Pia De Vito, e con l’attore Giancarlo Giannini.
La copertina del disco è firmata da Anjana Iyer, designer, videografa, illustratrice e animatrice multidisciplinare della Nuova Zelanda ma di origini Hindi. L’illustrazione scelta da Paolo Fresu fa parte del progetto “Found in Translation” per il quale l’artista ha disegnato trenta parole che esistono in una lingua ma non sono traducibili nelle altre. Il vocabolo del disegno di Legnomadre è “Ilunga”, parola della lingua banthu Tshiluba dell’Africa Centrale che riconosce “una persona che è pronta a perdonare qualsiasi abuso per la prima volta, a tollerarlo una seconda volta, ma mai una terza”.