MICHELE ZONNO INTERVIENE SULLA NOTA DELLA UILTEC
UNA NOTA DEL PRESIDENTE DELLA SEZIONE TESSILE ABBIGLIAMENTO CALZATURIERO DI CONFINDUSTRIA LECCE
Con riferimento alla nota diffusa dalla UILTEC di Lecce, il presidente della Sezione Tessile Abbigliamento Calzaturiero di Confindustria Lecce Michele Zonno tiene a precisare che l’Associazione non è a conoscenza di alcun episodio relativo a propri iscritti quali quelli segnalati.
Stigmatizza eventuali comportamenti illegali e concorda pienamente con la Segretaria generale Fabiana Signore sulla necessità di vigilare a tutela delle imprese sane del territorio. Invita, pertanto, a segnalare in maniera circostanziata eventuali episodi di cui è venuta a conoscenza, al fine da un lato, di consentire i controlli del caso da parte delle autorità competenti e dall’altro, di evitare che denunce generalizzate possano danneggiare l’immagine delle tante imprese del settore che operano nella legalità.
“Confindustria Lecce – afferma Zonno – promuove il corretto utilizzo degli strumenti ed incentivi previsti dalle norme e difende le imprese che operano nel rispetto delle regole. Fenomeni come quelli ipotizzati dalla UILTEC sono da condannare senza se e senza ma, perché contrari alla legge. Tali episodi arrecano danno al sano regime concorrenziale vigente tra le imprese e rischiano di ledere, dopo anni di investimenti e sforzi, l’immagine di un territorio nel quale operano migliaia di dipendenti e tanti colleghi imprenditori, che, a dispetto delle difficoltà dei mercati, sono impegnati quotidianamente a lottare per superare l’eccezionale fase di crisi pandemica ed economica globale e a consolidare la propria posizione competitiva rispetto ad altri distretti produttivi nei confronti della Clientela nazionale ed internazionale”.
Confindustria Lecce, ribadendo il proprio impegno a sostegno di un sistema di imprese sano, che rispetta le regole, auspica l’intervento rigoroso, anche a tutela del distretto manifatturiero salentino e dei suoi operatori, sui casi specifici da parte di chi è incaricato di vigilare.