MITIKA – TEATRO E MITO NELLA CONTEMPORANEITÀ
Primo appuntamento della rassegna itinerante nel Salento “Icaro caduto” di e con Gaetano Colella, regia di Enrico Messina – Sabato 11 agosto, ore 21.30, Pisignano – ingresso libero
Primo appuntamento della quarta edizione di “Mitika – Teatro e Mito nella contemporaneità”, che si avvale della direzione artistica di Carla Guido, sabato 11 agosto al Palazzo baronale Severino Romano di Pisignano, frazione di Vernole (Lecce). È l’ “Icaro caduto” di e con Gaetano Colella, per la regia di Enrico Messina, ad aprire il cartellone della rassegna, che per questa edizione diviene itinerante approdando nei palazzi, nei castelli, nei siti archeologici, nei boschi del Salento, luoghi dove il Mito ha sempre abitato e diffuso il suo nobile messaggio (inizio spettacolo ore 21.30, ingresso gratuito).
La storia è leggenda: Icaro precipita in mare dopo essere fuggito con suo padre Dedalo dal labirinto, a Creta. Le ali artificiali costruite dal padre, tenute con la cera, si sfaldano non appena il giovane si avvicina al sole del primo mattino. Disperato il padre, dopo averlo cercato a lungo, si rifugia in Sicilia e tutti, proprio tutti, parleranno del giovane Icaro alludendo alla morale della favola: non ci si avvicina così spudoratamente al sole, non bisogna volare alto, non si deve sfidare la parola del padre.
Lo spettacolo racconta quello che segue la funesta caduta: Icaro, dopo lo schianto, non muore. Precipitato nel mare profondo, ritorna a galla privo di sensi. Un pescatore lo raccoglie e lo porta a casa sua. Qui cresce Icaro, in una famiglia pugliese che lo osserva, lo nutre, lo accudisce. Intorno a lui pullula un villaggio di gente curiosa di vedere da vicino com’è fatto un angelo del cielo. Alcuni ci vanno per chiedere una grazia, altri per pura curiosità, altri ancora fanno la fina alla sua porta per osservare da vicino la sua deformità. E quando finalmente il giovanotto riapre gli occhi e parla, nel giubilo generale, nessuno si accorge della rabbia che cova in petto. Il suo corpo deforme porta i segni dello schianto, la sua memoria è ancora fresca, nonostante siano passati alcuni anni. Che fine ha fatto sua madre, che ogni giorno si recava alle porte del labirinto per gridare il suo nome e pregava Minosse che gli restituisse il figlio? E, soprattutto, dov’è adesso suo padre, il geniale Dedalo che ha sempre avuto attenzioni per tutti tranne che per lui, che da sempre ha preferito dedicarsi alle sue invenzioni invece che a suo figlio?
Icaro Caduto è uno spettacolo di forte impatto emotivo, acutamente ironico, che sottolinea il complesso e delicato rapporto che lega un padre a un figlio, e meglio ancora un figlio a un padre. Gaetano Colella ha immaginato che Icaro volontariamente abbia cercato di far fallire il progetto del padre, avvicinandosi al sole per compiere un doppio intento: far fallire il progetto del padre ed esprimere finalmente se stesso. Come fanno i figli quando intendono far comprendere che è il momento di lasciarli andare. Il testo usa come pretesto le due figure leggendarie di Dedalo e di Icaro, e diversi linguaggi: da un lato la lingua pugliese, un dialetto italianizzato che dà accesso ad un universo identitario delle origini; dall’altro una lingua pulita, in endecasillabi a rima alternata, che richiama il classico nella sua forma nobile, in prosa.
ICARO CADUTO: con Gaetano Colella; regia Enrico Messina; testo Gaetano Colella; costume Lisa Serio; scena Paolo Baroni; disegno luci Loredana Oddone; cura del suono Raffaele Bassetti; datore luci/audio Francesco Dignitoso; distribuzione Mary Salvatore; in collaborazione con Catalyst; produzione ArmamaxaTeatro/PagineBiancheTeatro