MONTESARDO: LA CHIESETTA DI SANTA BARBARA IN GESTIONE AL PARCO CULTURALE ECCLESIALE “TERRE DEL CAPO DI LEUCA – DE FINIBUS TERRAE”
In occasione della riapertura della Chiesetta di Santa Barbara di Montesardo, il Comune di Alessano, al fine di rendere fruibile alla collettività ed ai turisti, ha concesso il luogo sacro in gestione al Parco Culturale Ecclesiale “Terre del Capo di Leuca – De Finibus Terrae” per la durata di cinque anni e alla Parrocchia di Montesardo per il culto.
Il Sindaco di Alessano, Dott. Osvaldo Stendardo ha consegnato una copia della relativa Deliberazione della Giunta Comunale a Mons. Vito Angiuli, Vescovo della Diocesi di Ugento – S. Maria di Leuca,a Don Stefano Ancora – Presidente del Parco Culturale Ecclesiale “Terre del Capo di Leuca – De Finibus Terrae”, a Don Pietro Carluccio – Parroco di Montesardo e al Rag. Rinaldo Rizzo, Presidente del GAL “Capo S. Maria di Leuca”.
La Chiesetta di Santa Barbara, frequentata dai fedeli fino al XVIII, si trova nell’omonima strada, sulla via Comunale Montesardo – San Dana, è stata recuperata e ristrutturata grazie alla sinergia tra lo stesso Comune di Alessano e il Gruppo di Azione Locale “Capo S. Maria di Leuca”, i quali finanziando l’intervento al 50% cadauno, per una somma totale di 150.000 euro, nell’ambito del Bando della Misura 323 “Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale” – PSR Puglia 2007 – 2013, pubblicato dal GAL con il Piano di Sviluppo Locale “Capo di Leuca 2015”, hanno restituito alla comunità un gioiello della memoria storica del Capo di Leuca.
L’antica chiesetta con il piccolo monastero annesso databile intorno al XIII secolo, era quasi del tutto distrutto e di cui rimangono tracce nei vicini ambienti adibiti fino al 1996 ad usi agricoli, quando, per sottrarla alla distruzione totale, fu acquistata dal Comune di Alessano, portando alla luce un ciclo pittorico di affreschi angioini e post-giotteschi, che lo rende un esempio d’arte medievale come pochi. Dignità architettonica è stata restituita anche al minuscolo convento annesso, sentinella di storie misteriose e affascinanti che ruotano attorno alla Santa di Nicomedia, nonché rara testimonianza di monachesimo femminile nel Capo di Leuca. Non si sa con esattezza quando il monastero fu abbandonato; è certo che nel 1590 il vescovo Ercole Lamia non fa riferimento più ad alcun monastero nella relazione “ad limina”.
L’intervento è stato finalizzato al recupero funzionale della Chiesetta e dell’area mediante la realizzazione di un centro multimediale di documentazione ed informazione in quello che una volta era il complesso monastico e si inserisce nel contesto della conservazione del patrimonio storico – culturale dell’architettura religiosa del XII secolo che caratterizza il paesaggio salentino.