NARDÒ: *EVANGELIA ARABICA ET LATINA” – LE RELIGIONI DEVONO COSTRUIRE E NON DISTRUGGERE
In un contesto storico e politico come il nostro, in cui dei fanatici cercano di distruggere ogni coesistenza, è importante mostrare che la storia ci ha consegnato un’eredità diversa, non solo da conservare, ma da trasmettere con caparbietà: e cioè che le culture e le diverse fedi hanno da sempre veicolato e costruito relazioni, si sono sempre ‘contaminate’ le une con le altre.
Il libro “*Evangelia Arabica et Latina”, scritto in arabo con interlinea in latino, che sarà introdotto da Maria Rosaria Ingrosso Bibliotecaria e letto dalla scrittrice Annalisa Bari e dalla traduttrice Stefania Dell’Anna, con musiche della violinista Gabriella Di Nola, nella restaurata Chiesa della B.V. Maria incoronata di Nardò sabato 22 luglio alle ore 21,00, ne è la prova formale.
“E’ essenziale continuare a far conoscere questa storia – interviene Cosimo Durante, Presidente della Città del Libro – grazie all’impegno di istituzioni culturali come la Fondazione Città del Libro, la Biblioteca Calasanziana di Campi Salentina e il contributo di tanti volontari che permettono la realizzazione di iniziative cosi importanti”.
Per questo, “un progetto dal titolo “Libri Ponti di Pace“ – continua Cosimo Durante – costituisce uno straordinario esempio di come la cultura possa essere un luogo in cui custodire un passato ricco di contaminazioni e di reciproche influenze. Il valore della Biblioteca Calasanziana, attiva a Campi Salentina da quasi 400 anni, già di per sé enorme per la varietà e la preziosità dei libri che contiene, è reso ancora più grande dall’impegno che il Rettore Padre Roberto Innamorati sta proferendo per la promozione di questa nobile iniziativa su tutto il territorio salentino e per i risultati che intende perseguire”.
Il progetto è realizzato dalla Fondazione Città del Libro e dalla Biblioteca Calasanziana di Campi Salentina.
*Evangelia arabica et latina
Stampata a Roma nella Tipografia Medicea Orientale, la raffinata stamperia creata dal cardinale Ferdinando de’ Medici a fine Cinquecento su richiesta di Papa Gregorio XIII, appositamente creata per pubblicare libri religiosi e scientifici nelle lingue orientali, specialmente in arabo. Una copia di questo splendido volume – il cui valore culturale, per il tentativo di mettere in comunicazione due culture così distanti, può legittimamente apparire a noi, oggi, addirittura superiore a quando fu prodotto – è custodita nella Biblioteca Calasanziana di Campi Salentina, un’altra delle rare copia si trova nella Biblioteca della Custodia di Terrasanta a Gerusalemme, nel convento di San Salvatore. A occuparsi della traduzione in lingua araba dei testi sacri cristiani il cardinale Medici aveva chiamato un grande orientalista, Giovanni Battista Raimondi. La traduzione del Vangelo fu una delle sue prime imprese. Il Vangelo in due lingue era stato stampato nella città del Papa, in arabo e con il testo latino in interlinea, e spedito in Terra Santa, non già, come qualcuno potrebbe pensare, per sostenere il proselitismo tra i musulmani, con spirito di conquista, ma per predicare ai cristiani di lingua araba che vivevano in Palestina.