NARDÒ: LA RIGENERAZIONE URBANA MIGLIORA LA CITTÀ
L’ex Antoniano sarà recuperato e trasformato in un contenitore “sociale” – Finanziato con 6 milioni di euro il progetto con Leverano e Porto Cesareo
La strategia di rigenerazione urbana avviata dall’amministrazione comunale segna a proprio favore un altro punto importantissimo, grazie al finanziamento di 6 milioni di euro sulla proposta progettuale condivisa dai Comuni di Nardò, Leverano e Porto Cesareo (con il Comune neretino capofila) e candidata a una misura di finanziamento strategica come quella dell’Asse prioritario XII Sviluppo Urbano Sostenibile Azione 12.1 Rigenerazione urbana sostenibile del P.O.R. FESR-FSE 2014-2020. Ieri, infatti, la Giunta regionale ha reso più ingente la dotazione finanziaria disponibile per le proposte ammissibili e ritenute di alto valore progettuale, come quella che vede insieme i tre Comuni dell’arco jonico salentino in una strategia territoriale unitaria di sviluppo.
Il Comune di Nardò, com’è noto, ha inserito nella proposta il complesso dell’ex Antoniano, frutto di una intesa virtuosa con la Diocesi di Nardò-Gallipoli, proprietaria del complesso. L’immobile occupa un lotto compreso tra le vie Pitagora, Leonardo Da Vinci e Generale Cantore, e rappresenta un elemento architettonico rilevante, anche in considerazione alla posizione e al contesto urbano, ma è dismesso e in stato di completo abbandono. Si tratta di un contenitore che, attraverso queste risorse e quindi un’azione di recupero e riqualificazione, potrà essere uno snodo importante per la riqualificazione di tutto il quartiere e nel quale troveranno allocazione servizi relativi ai fabbisogni individuati dal Piano Sociale di Zona, alla inclusione sociale e al contrasto alla povertà. Il risultato che Nardò intende centrare con la Rigenerazione urbana è proprio il miglioramento duraturo delle condizioni sociali e demografiche di tutta l’area urbana intorno all’ex Antoniano.
Si tratta di un altro, decisivo, “pezzo” del mosaico della rigenerazione urbana della città di Nardò, composto anche – solo per fare qualche esempio particolarmente significativo – dalla riqualificazione dell’area intorno alla chiesa dell’Incoronata (demolizione del “nuovo” palazzo di città e realizzazione del parco pubblico con fondi di bilancio comunale), dalla realizzazione della rete di piste ciclabili previste dal progetto CicloNardò (finanziato con 1 milione e 420 mila euro), dall’intervento di riqualificazione (quasi ultimato) della villetta di via Papa Giovanni XXIII, nei pressi di Parco Raho, dalla realizzazione del nuovo campo di calcetto in via Grazia Deledda, un angolo dimenticato di zona Penta.
“Questo finanziamento – spiega con orgoglio il sindaco Pippi Mellone – ci permette di recuperare un edificio abbandonato, che è una ferita per quel quartiere, di colmare bisogni ed esigenze sociali di quell’area e di tutta la comunità, di dare un aspetto nuovo al quartiere stesso. Il recupero dell’ex Antoniano, infatti, è molto di più di un’azione tesa a restituire dignità architettonica, strutturale e funzionale a un profilo della città quasi dimenticato. In questo frangente devo ringraziare anche pubblicamente Sua Eccellenza mons. Fernando Filograna per l’enorme disponibilità a condividere questo percorso. Così come ringrazio Nicola D’Alessandro per il coordinamento del progetto, i componenti del mio staff, i tre tecnici coinvolti, Gregorio Raho, Daniele De Fabrizio e Antonio Vetrugno, il dirigente del settore Cosimo Pellegrino, per aver portato a casa un altro importante risultato. Per l’ennesima volta dimostriamo grande capacità di programmazione, caratterizzata da altissimi indici di premialità, e una chiara leadership territoriale, provata dalla profonda e vincente capacità di aggregazione che abbiamo guadagnato in meno di due anni nei c0nfronti degli altri comuni dell’arco jonico salentino”.
“Il tema della rigenerazione urbana – dice l’assessore all’Urbanistica Ettore Tollemeto – è la grande scommessa della rinascita della nostra città, una scommessa che stiamo vincendo con scelte e percorsi lungimiranti. Non si tratta solo di rigenerare un’area urbana o extraurbana dal punto di vista urbanistico e tecnico, ma nel contempo incidere sulla qualità della vita dei residenti, sulle relazioni sociali, sullo sviluppo. Recuperare e riqualificare l’immobile dell’ex Antoniano significa modificare la natura e la dimensione stessa di questa porzione del tessuto cittadino. Un immobile dismesso diventa così occasione di rinascita di un intero quartiere”.