NELL’AMBITO DEI “DISTRETTI DEL CIBO” RATIFICATE IN PUGLIA SETTE NUOVE INIZIATIVE
I Distretti Industriali, in Puglia, sono stati istituiti grazie a quanto disposto dalla Legge Regionale n.23/2007 a sostegno delle iniziative “tese a rafforzare la competitività, innovazione, internazionalizzazione, migliore occupazione e crescita delle imprese presenti nei diversi settori dall’agricoltura ai servizi”. Il relativo regolamento formulato dagli uffici regionali (n.23/2009) è stato poi modificato dal R.R. n.16 del 24 luglio 2012,per l’accoglimento del Distretto che disciplina la composizione del Nucleo tecnico di valutazione e suo funzionamento. In data 31 gennaio 2008 sono state siglate le Linee guida applicative inerenti la Legge sui Distretti produttivi. Linee guida che la Giunta pugliese ha confermato nella seduta del 19 marzo 2020.
La novità legislativa di maggiore impatto sulle attività industriali pugliesi è data dalla Legge n.205/2017(Bilancio di previsione dello Stato anno finanziario 2018 e bilancio triennio 2018-2020) che appunto istituisce i Distretti del cibo.
Con essi si favorisce la valorizzazione della particolare vocazione dei Distretti rurali e agro alimentari di qualità.
La spinta ad associarsi è accolta dagli imprenditori del settore agro alimentare e nel semestre dal 14 settembre 2019 al 19 marzo 2020 arrivano in Regione le richieste di istituzione dei seguenti Distretti :
-Distretto del Grano duro
-Distretto del Cibo dell’Alta Murgia
-Distretto del Cibo della Città Metropolitana di Bari
-Distretto Biologico delle Lame
-Distretto Bioslow delle Puglie
-Distretto Agroecologico delle Murge e del Bradano
-Distretto del Cibo Sud Est barese.
Domande accolte, pochi giorni fa, dalla Giunta regionale, infatti, Presidente e assessori regionali hanno ratificato il Primo riconoscimento ai sette Distretti del Cibo. Entità burocratiche che si aggiungono ai 17 Distretti produttivi e 6 tecnologici operanti in Puglia.
Il comitato promotore del Distretto ora deve specificare, tramite Programma, le azioni da mettere in pratica, riferite, in particolare, alla collaborazione con la ricerca pubblica e privata, all’incremento del cambiamento tecnologico, alla qualificazione dei profili professionali degli addetti di settore, ed al miglioramento delle competenze manageriali delle aziende di più piccola dimensione.
Infine, spetta ai vertici politici regionali dare il via libera definitivo ai Distretti del Cibo che potranno così accedere a specifiche misure finanziarie erogate dalla stessa Regione.