NUOVA SCOPERTA DEGLI ARCHEOLOGI UNISALENTO: LA TESTA DI OTTAVIANO AUGUSTO
L’Italia è da sempre una miniera inesauribile di reperti storici, alcuni alla luce del sole, molti sepolti in antiche tombe o, più semplicemente, celati in resti di antichi borghi.
Un territorio particolarmente fertile per ritrovamenti di un notevole valore pare che si stia rivelando quello compreso nel feudo di Aquinum (Castrocielo, provincia di Frosinone).
Le terre di Aquinum, infatti, hanno abituato gli archeologi del Laboratorio di Topografia Antica e Fotogrammetria del Dipartimento di Beni Culturali dell’Università del Salento a grandi ritrovamenti, ma i preziosi reperti emersi negli ultimi scavi all’interno di un grande edificio porticato individuato grazie a ricognizioni aeree a bassa quota, hanno lasciato sbigottito l’intero gruppo di lavoro.
Dopo il ritrovamento della testa marmorea di Giulio Cesare (ottobre 2018), ad Aquinum c’è stato un nuovo importante ritrovamento si tratta dei frammenti di un’altra testa marmorea, immediatamente riconosciuta come ritratto ufficiale del primo imperatore di Roma Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto incorniciato da una corona d’alloro. Tali frammenti sono emersi nei giorni scorsi tra la sorpresa e l’entusiasmo del gruppo di lavoro.
«Ogni campagna di scavo nasconde piccole o grandi sorprese», dice il professor Giuseppe Ceraudo, direttore scientifico degli scavi, «Ad Aquinum siamo riusciti a creare un ambiente di lavoro ideale, sia per la ricerca che per le ricadute didattiche, visto che vi prendono parte sia studenti del nostro Ateneo che altri da vari paesi europei. Peraltro i dati topografici che emergono anno dopo anno dalla città romana sono così significativi che Aquinum si può ormai considerare un grande laboratorio di ricerca a cielo aperto».
Le campagne di scavo si susseguono dal 2009 all’interno dell’area archeologica nel territorio comunale di Castrocielo, su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e con la supervisione della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Frosinone, Latina e Rieti. «Un lavoro che continua a darci soddisfazioni», sottolinea la Soprintendente Paola Refice, «Le ricerche dell’Università del Salento stanno portando alla luce una realtà archeologica pienamente corrispondente alla grande città romana descritta dalle fonti classiche. Auspichiamo che questi scavi possano essere volano per lo sviluppo del turismo culturale nella Valle del Liri, oltre che incentivo alla diffusione di una maggiore sensibilità per la tutela del patrimonio archeologico della regione».
«Le attività svolte all’interno dell’area archeologica», aggiunge il Sindaco di Castrocielo Filippo Materiale, «sono frutto della decisa volontà di valorizzare il patrimonio storico e culturale di Aquinum, operando nel rispetto delle diverse competenze professionali, in sinergia e in collaborazione con la Soprintendenza e sotto la direzione ed il coordinamento dell’affiatato gruppo di lavoro dell’Università del Salento».
I frammenti della statua di Ottaviano sono stati ritrovati proprio nello stesso luogo in cui, nel corso della campagna 2018, erano emerse tre pregevoli teste marmoree tra cui quella attribuita a Giulio Cesare: all’interno di un grande edificio porticato individuato grazie a ricognizioni aeree a bassa quota, in un settore centrale della città romana ricco di monumenti ancora emergenti come il Teatro, il cosiddetto Tempio di Diana e le grandi Terme Centrali, il Balneum di Marcus Veccius.
La testa di Cesare potrà essere ammirata a Castrocielo il prossimo 12 settembre 2019, in occasione dell’iniziativa “Ave Caesar. Aquinates te salutant”: il ritratto verrà esposto prima d’essere trasferito a Copenaghen, dove verrà sottoposto ad analisi specialistiche sui pigmenti e dove verrà presentato all’interno della mostra dedicata alle recenti scoperte di Aquinum “Heads Up! New Discoveries from the Roman Empire”, in programma dal 10 ottobre nel museo “NY Carlsberg Glyptotek”.