IN OCCASIONE DELLA RICORRENZA UN PENSIERO AI TANTI DISPERSI DELLA NAVE “ORIA”
“1944
Un squarcio rumoroso… il tempo si ferma lacerando il dondolio
colonne di fumo si levano veloci
Attimi confondono rubando speranze
piano svaniscono i ricordi ingoiati dal mare
Scompaiono vite preziose di giovani sposi… figli…padri
ora… respiri soffocati esalano l’ultima preghiera
Le mani si stringono abbracci di paura
Boati percorrono ancora rimbombano da poppa a prua
Lacere carni cercano la via di fuga,
in agguato attende la famelòica morte
Strappa velocemente amori e sogni di gioventù.
Ormai anche loro ferite a morte…
non proteggono più… s’abbandonano…
Oria… Donizetti… Petrella… Sinfra…
portando dentro un dolore di anime… un carico di sventura”.
TOMMASO MARTINO
Nota della redazione:
Si tratta di un libero pensiero dell’amico Tommaso Martino, figlio di un sopravvissuto alla tragedia della “ORIA”.
La tragedia navale che l’opera assidua e puntigliosa di alcuni parenti dei tanti, troppi soldati italiani lasciati in balia del destino sul finire del secondo conflitto mondiale e dimenticati.
“lecceoggi” è onorata di ospitare questo scritto che ci riporta con pochi tratti di penna a ricordare un evento che ha toccato oltre quattromila famiglie italiane e tra queste anche la nostra.