OLIO DALLA TUNISIA, FITTO E SERNAGIOTTO DICONO NO
Era un aiuto eccezionale, non può diventare ordinario a scapito del nostro prodotto
I due europarlamentari dei Conservatori e Riformisti Europei, Raffaele Fitto e Remo Sernagiotto, hanno presentato a Strasburgo un’interrogazione
Sulla nostra tavola vogliamo il nostro olio, non quello tunisino. E’ questo l’appello alla Commissione Europea dei due europarlamentari dei Conservatori e Riformisti, Raffaele Fitto e Remo Sernagiotto, che dicono NO alla proroga di altri due anni (2018/2019) di 35 tonnellate di olio all’anno tunisino e per questo, oggi a Strasburgo, presentato un’interrogazione.
“Solo nei primi mesi di quest’anno – scrivono Fitto e Sernagiotto -, secondo quanto riportato dalle associazioni di categoria, il quantitativo di olio tunisino esportato verso l´UE è raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 2017. Considerando che il comparto olivicolo europeo, ed in particolare quello italiano, anche a causa degli effetti prodotti dalla Xylella fastidiosa, è stato caratterizzato da basse rese”.
Nell’interrogazione vengono posti i seguenti interrogativi:
– un´eventuale proroga è tecnicamente possibile o rappresenterebbe una violazione del principio di “eccezionalità”?
– nel caso in cui vi sia l´ipotesi di una nuova decisione politica, autonoma e con diverse motivazioni rispetto alla precedente,non sarebbe il caso di procedere prima a una nuova e più approfondita valutazione di impatto che illustri gli effetti delle nuove possibili misure sul mercato interno e sulle quotazione dell´olio prodotto nei nostri Stati membri?
– e di conseguenza, non sarebbe utile prima dell´avvio di qualsiasi discussione aprire un tavolo tecnico con le principali associazioni del settore?