PALAIA: “SONO FELICE E SPERO DI RITORNARE PRESTO IN A”
Oggi per l’ambiente calcistico leccese è un grande giorno: tra i responsabili del calcio giallorosso è tornato un uomo che ne conosce i più reconditi meandri e ai nostri colori ha dedicato gran parte della sua vita professionale: Peppino Palaia. È come se un pezzo di storia sia tornato al suo posto.
A presentare, ma solo come dato burocratico, il dr Palaia è stato il DS Mauro Meluso e lo ha fatto dicendo:
“Sono qui per presentare il ritorno di un grande professionista. Lo abbiamo accolto con grandissimo entusiasmo perché è un professionista di primissimo livello che ci darà una grande mano. L’anno scorso era già stato vicino a tornare poi, per una serie di motivi, questo matrimonio si è concluso con po’ di ritardo. Lo staff sanitario del Lecce resterà invariato con il dottor Marti, il dottor Congedo ed il dottor Tondo. La struttura del dottor Palaia lavorerà in sintonia con i nostri fisioterapisti Fiorita e Soda“.
Il diretto interessato, con la sua particolare verve ironica, atta a smussare ogni sentimentalismo, ha dichiarato, non riuscendo, però, a nascondere del tutto la sua emozione frammista alla contentezza del ritorno a casa: “Sono emozionato per il clamore mediatico nei miei confronti che mi è sembrato come uno tsunami che mi ha colpito; non vi nascondo di essermi anche commosso. Quando qualche anno fa lasciai il Lecce lo feci di mia iniziativa, non ci fu alcuna frizione: non ci eravamo capiti sul mio ruolo. Ora ho accolto con piacere la richiesta di Meluso che mi è simpatico perché mi ricorda un grandissimo direttore sportivo: Mimmo Cataldo, entrambi di origini calabresi. Ci siamo trovati in sintonia, ho accettato l’invito come Giuseppe Palaia ma, soprattutto, come Palaia Human Care, gruppo diretto dai miei figli Antonio ed Enzo che mi aiuteranno nella fisioterapia; il riferimento sarà Antonio che gestirà dall’esterno l’aspetto fisioterapico, mentre dall’interno ci saranno due ragazzi, Fiorita e Soda, con i cui genitori ho lavorato in passato. Perciò mi guardo allo specchio e dico: ‘Ma quanti anni ho?’ Il mio entusiasmo è immutato e vivo questa chiamata come un obbligo morale per continuare l’opera di tre colleghi che purtroppo non ci sono più: Carlo Pranzo, Antonio Montinaro e Gigi Cappello. Io in panchina? Ci andrò alla prima, ma poi ci alterneremo col dott. Congedo, com’è giusto che sia. L’obiettivo è tagliare il traguardo dei 50 anni in panchina, considerando pure i 3 passati nel mondo del basket (è stato nell’Enel Brindisi, ndr) ma che non fa per me, io sono un calciofilo, magari per festeggiarli con il Lecce in Serie A“.