Presidi di Forze Armate nelle zone a rischio microcriminalità: il sindaco scrive al Prefetto
Il sindaco Salvemini ha scritto il 12 marzo scorso una lettera a Sua Eccellenza il Prefetto di Lecce Luca Rotondi, nella quale chiede di considerare l’attivazione in città del progetto “Strade sicure” (L. 24 luglio 2008, n. 125), che comporta l’impiego, in concorso e congiuntamente alle Forze di Polizia, di personale in servizio nell’Esercito per la creazione di presidi fissi utili a rafforzare la percezione della sicurezza in zone particolarmente esposte a fenomeni di degrado e piccola criminalità.
La richiesta scrive il sindaco, nasce da una esigenza più volte manifestata da residenti che abitano nei pressi di punti sensibili, in particolare Piazza Italia, la stazione ferroviaria e la Villa Comunale, aree percepite come “poco sicure” che nel presidio fisso o mobile delle forze armate troverebbero uno straordinario quoziente incrementale del livello di sicurezza percepito dai cittadini.
Nel rivolgere la sua richiesta al Prefetto, il sindaco cita “il grandissimo sforzo delle Forze dell’Ordine alle quali va sempre la mia gratitudine per il sacrificio con cui svolgono il loro lavoro” e la collocazione della città nella fascia mediana nazionale sul livello di sicurezza (Lecce nel 2023 è al 55esimo posto nell’indicatore “Giustizia e Sicurezza” dell’indagine annuale sulla “Qualità della vita” del Sole 24 ore, in ascesa di 16 posizioni rispetto al 2022). Oltre alla straordinaria estensione del territorio cittadino, 241 Kmq, sul quale le forze dell’ordine e la Polizia locale sono impegnate ad assicurare servizi di pattuglia seppur con le limitate risorse di personale a disposizione, che per gran parte dell’anno è attraversato da flussi turistici considerevoli che di fatto rappresentano un incremento generale della popolazione alla quale garantire sicurezza.
«È innegabile, dunque – scrive il sindaco Salvemini – che anche in situazioni locali non a rischio generale ci siano, situazioni “critiche” che concorrono in maniera determinante a minare il quadro generale del livello di sicurezza percepito. Per tale ragione, ritengo doveroso considerare il ricorso al cosiddetto progetto Strade sicure che ha autorizzato, per specifiche ed eccezionali esigenze di prevenzione della criminalità l’impiego di un contingente di personale militare delle Forze Armate, posto a disposizione dei Prefetti delle province, per condurre attività di vigilanza a siti ed obiettivi sensibili e di pattugliamento, in concorso e congiuntamente alle Forze di Polizia. Detto dispositivo di forze, che dopo un quindicennio dal suo dispiegamento è ancora attivo, non solo si è dimostrato un efficace strumento di deterrenza e prevenzione ma, soprattutto, uno straordinario quoziente incrementale del livello di sicurezza percepito dai cittadini».