PROMETHEUS ALL’ EX CONVENTO DEI TEATINI DI LECCE
dal “Prometeo Incatenato” di ESCHILO
IL TEMPIO DELLE FOLE debutta a Lecce con una nuova visione del “PROMETHEUS”
eschileo. La terza edizione della rassegna di dramma antico e teatro di letteratura prodotta da POIEOFOLA’ è dedicata all’emblematica vicenda del celebre titano ladro del fuoco punito da Zeus con l’isolamento forzato in una quarantena eterna. La storia prende vita attraverso un imponente e visionario allestimento firmato da Roberto Marius Treglia, alla regia e nel ruolo di protagonista, e da Alberto Greco, alla direzione artistica, che apre anche a una riflessione sul momento storico che stiamo vivendo.
“Crediamo che il teatro e la cultura, settori più colpiti del disastro pandemico e oramai in ginocchio più di altri, possano ancora una volta sensibilizzare e regalare emozioni – dice TREGLIA. Con il nostro Prometheus portiamo in scena il messaggio positivo di fiducia nel progresso ma pure una presa di coscienza degli umani errori”.
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È Prometeo, il titano ladro del fuoco, che patisce lo scherno dell’incoscienza e l’isolamento forzato in una quarantena eterna, il protagonista della terza edizione de IL TEMPIO DELLE FOLE. La rassegna di dramma antico e teatro di letteratura prodotta da “POIEOFOLA’ – Costruzioni Teatrali” quest’anno debutta a Lecce con PROMETHEUS (dal “Prometeo Incatenato” di ESCHILO). Dopo il castello baronale di Collepasso, sede delle prime due edizioni, sarà l’ex convento dei Teatini, nel centro storico del capoluogo salentino, ad ospitare dal 24 al 27 settembre l’imponente e visionario allestimento firmato dai salentini Roberto Marius Treglia e Alberto Greco, che quest’anno, con PROMETHEUS, innescano anche una riflessione sul momento storico che stiamo vivendo con la diffusione del Covid19.
Partendo dalla concezione eschilea del πάθει μάθος, secondo cui si impara attraverso la sofferenza, IL TEMPIO DELLE FOLE porta in scena la tragedia del titano che insegue “virtute e canoscenza”, del demiurgo che dà origine all’uomo, dell’eroe divino civilizzatore, ribelle al pantheon olimpico, tanto da spingersi oltre a tutela delle sue “creature misere, che vivono un giorno, simili a larve di sogni, come bambini ignari dei propri pregi”. Il “preveggente” Prometeo, abbandonato e sofferente, umiliato ma tuttavia certo della sua rivalsa e della magnificenza dell’intelletto e delle qualità del genere umano, diviene per Eschilo simbolo di rivolta dell’uomo contro le forze tiranniche divine e naturali che cospirano per tenerlo in una condizione ferina di perpetua soggezione.
“Crediamo che il teatro e la cultura, settori più colpiti dal disastro pandemico e oramai in ginocchio più di altri, possano ancora una volta sensibilizzare e regalare emozioni – dice Roberto TREGLIA, che firma l’adattamento del testo, e la regia, vestendo poi anche i panni del protagonista dell’opera. Con il nostro Prometheus portiamo in scena il messaggio positivo di fiducia nel progresso ma pure una presa di coscienza degli umani errori. Attraverso la prigionia e l’isolamento forzato di Prometeo, allontanato e tenuto a distanza perché considerato alla stregua di un untore, offriamo al pubblico un’alternativa visione carica di analogie tra il pensiero greco arcaico e il senso della nostra civiltà, che per indole è portata a sopravvivere e risorgere”.
Il titano eschileo incarna appieno i molteplici aspetti della natura umana, trasgressiva e ingenua, presuntuosa e incosciente, ben propensa a oltrepassare il limite del concesso, incurante della salute e del divenire. Sfidando l’equilibrio di ordine cosmico governato dalla legge del fato secondo il principio del “medèn àgan”, ovvero del “mai eccedere”, Prometeo provoca una violenta reazione tra causa ed effetto, inevitabile se si oltrepassa il limite.
L’opera verrà proposta integralmente, attualizzata mantenendo la classicità, con l’inserimento della recitazione in metrica greca, in distici elegiaci e trimetri giambici, sui testi tradotti e adattati da Roberto Treglia che anche quest’anno firma la regia secondo il suo stile ricercato. La direzione artistica della rassegna è di Alberto Greco che propone una chiave di lettura inconsueta e un allestimento visionario studiato ad hoc per le preziose architetture dell’ex convento dei Teatini di Lecce.
Lo spettacolo è realizzato sulla concezione di uno stile anticonvenzionale nelle scene e nei costumi: sebbene attente alla magnificenza geometrica e fastosa del mondo greco, le scelte registiche immergono i testi classici nell’inconsueto e nell’irrazionale, tra mostruose creature mitologiche che non conoscono tempo. L’azione dei personaggi si svolge in un ambiente scenografico in continua trasformazione e la recitazione è frammista al canto e alla danza. “Sarà un’edizione violenta e dinamica, dal retrogusto ferroso e macabro – dice GRECO. Lo spettatore vivrà un teatro stravolto che lo distoglierà dalla percezione dello spazio e del tempo: visioni dall’alto, buio, strategici giochi di luci e di voci, inediti e catartici temi musicali avvolgeranno l’intera location che non avrà più dimensioni o limiti tanto da far squarciare la quarta parete agli attori in scena”.
Ad interpretare PROMETHEUS è il gruppo di attori pugliesi di Poieofolà, con la partecipazione straordinaria del M° Cinzia Corrado che dà voce e musica al coro greco.
Prometheus, Roberto Marius Treglia – Kratos, Riccardo Martella – Bia, Fabio Corciulo – Efesto, Emanuele Frisenna – Io, Isaura Scorrano – Hermes, Tommaso Fiorentino – Oceano, Riccardo Abbate – Oceanine, Cinzia Corrado, Tiziana Renni, Luana Greco, Fiorella Demitri, Chiara Tricarico, Francesca Manzolelli, Maria Tricarico.
Inizio spettacoli previsto alle ore 21.00 (ingresso ore 20.30).
Il ticket individuale è reperibile nella sessione “biglietteria” del sito ufficiale www.poieofola.it al prezzo di 20 euro.
In ottemperanza alle misure di prevenzione alla diffusione del contagio da coronavirus sarà garantito il rispetto dei protocolli in relazione al controllo della temperatura corporea prima dell’accesso in loco