Prosegue La Seconda Edizione Di “Femina – La Mia Voce È Il Mondo Intero”.
venerdì 1 novembre la seconda giornata si concluderà con lo spettacolo “Lireta – a chi viene dal mare” di Mario Perrotta con Paola Roscioli.
Fino a domenica 3 novembre, nel Castello Volante di Corigliano d’Otranto prosegue la seconda edizione di “Femina – La mia voce è il mondo intero”, residenza artistica ideata da Coro a Coro Aps per raccontare storie di accoglienza, resistenza e cura. Venerdì 1 novembre la seconda giornata si concluderà alle 21 (ingresso con contributo – prenotazioni informazioni.femina@gmail.com) con “Lireta – A chi viene dal mare” con Paola Roscioli, finalista al Premio Ubu 2017 come miglior attrice, per la regia di Mario Perrotta (La Piccionaia – Permàr). Lo spettacolo è ispirato alla storia di Lireta Katiaj raccontata nel libro “Lireta non cede. Diario di una ragazza albanese” (Terre di Mezzo), vincitore al Premio Pieve nel 2012. Lireta è una donna albanese che, con la sua neonata tra le braccia e il suo compagno accanto, affronta un pericoloso viaggio in gommone verso l’Italia, cercando una speranza e una luce dall’altra parte del mare. La traversata, fatta di onde minacciose e buio, è un percorso sia fisico che emotivo, durante il quale Lireta rivive i ricordi dolorosi del suo passato: un padre violento, un matrimonio forzato che ha rifiutato, una fuga disperata e la promessa di un futuro migliore che l’ha portata a innamorarsi di un uomo. Quest’uomo, però, si rivela un altro carnefice, coinvolto nel traffico di donne. Nonostante tutto, Lireta non cede mai. Fugge di nuovo, ma viene inseguita e costretta a subire l’ennesima manipolazione. Dall’incontro nasce una figlia, e insieme al suo compagno e alla bambina decidono di rischiare tutto imbarcandosi su un gommone. Il viaggio è violento e incerto, ma la speranza di vedere una luce dall’Italia non si spegne mai. Al momento cruciale, a pochi metri dalla costa italiana, tutti e tre vengono spinti in mare, sospesi tra la vita e la morte, con il passato che scorre davanti agli occhi di Lireta mentre cade nell’acqua, simbolo di fine e di un possibile nuovo inizio. La giornata – che accoglierà anche la mostra fotografica “Dietro le porte di Lecce” di Andrea Gabellone, il book point “VoceRotta – Viaggio mediterraneo a bordo dei libri” a cura di Magma Aps, il Gazzettino di Femina di Maria Carmen Zirro – partirà già dalle 10:30 alle 12:30 con la lezione conclusiva di Chorós. Il workshop tra voce, ritmi coreutici, tamburo a cornice e antropologia del sacro è curato da Barbara Crescimanno, ricercatrice indipendente e docente di danza e tecniche percussive alla Scuola di musica e danze tradizionali – Arci Tavola Tonda di Palermo, che coordina il gruppo di ricerca etnocoreutica TrizziRiDonna e conduce un percorso di ricerca sul rapporto tra musica, danza e femminino sacro, coordinando vari progetti di formazione. Dalle 15:30 alle 16:30 si proseguirà con Propedeutica di Rachele Andrioli, cantante, musicista e autrice, una delle più originali interpreti della nuova scena salentina, direttrice artistica di Femina. Dalle 17:00 alle 19:30 spazio a “E llaramu!”, laboratorio di canto siciliano con Simona Di Gregorio, cantante, pianista, polistrumentista, musicoterapeuta catanese. Attraverso lo studio del repertorio siciliano, sia monodico che polivocale, si comprende quanto stratificato sia il suo tessuto culturale e di quante meraviglie si è arricchito il suo linguaggio sonoro nel corso dei secoli. Il percorso ha l’obiettivo di presentare una sequenza di canti intrapresi dal mietitore siciliano degli anni ‘50, quando si trovava al campo con la ciurma: orazioni, canzuni, canti a barzelletta e a la rovescia, Salve Regina e infine i canti di svago deputati al momento del dopolavoro.
Femina – La mia voce è il mondo intero è un’iniziativa a cura di Coro a Coro Aps, in collaborazione con il Borgo Volante, progetto del Comune di Corigliano d’Otranto, sostenuto dal Ministero della Cultura – Fondo per lo Sviluppo e la Coesione, con il patrocinio della Provincia di Lecce, in sinergia con Big Sur, Coolclub, Multi-Service Eco, GUS – Gruppo Umana Solidarietà. Partner per la sostenibilità e l’ambiente è Fondazione Sylva, organizzazione no profit che si occupa di rigenerazione ambientale attraverso interventi di riforestazione.
SABATO 2 NOVEMBRE | La terza giornata si aprirà con le ultime due lezioni di Propedeutica di Rachele Andrioli (dalle 10:30 alle 11.30 e dalle 15:30 alle 16.30). Dalle 11:30 alle 13:30 la cantante, polistrumentista, compositrice, arrangiatrice e direttrice d’orchestra Carolina Bubbico, docente di Canto Pop del Conservatorio di musica Tito Schipa di Lecce, condurrà “Orchestrare la voce”. Il workshop si basa sulla consapevolezza che fare esperienza della propria voce in un’orchestra di voci, percepirsi come parte di un tutto, migliori nettamente la vocalità individuale, sviluppi la capacità di percepire la musica a 360° gradi, migliori il proprio orecchio e la propria musicalità, rendendoci cantanti più consapevoli capaci di vivere la musica in senso orchestrale. Dalle 17:00 alle 19:30 poi il cantante e polistrumentista calabrese Davide Ambrogio con “Voci in ascolto”, un progetto nato nel 2021 con l’obiettivo di creare connessioni e occasioni d’incontro tra persone interessate al canto di tradizione orale italiano, attraverso dei laboratori e degli approfondimenti sullo strumento-voce e sui repertori corali. Dalle 21 (ingresso libero) spazio al concerto Tempistiche irregolari con i fratelli Redi ed Ekland Hasa. Il progetto prende il suo nome dai ritmi affascinanti della terra delle aquile. Improvvisazioni e giochi virtuosistici creano un ponte ideale tra la tradizione Balkan e quella del Salento, attraverso un linguaggio musicale insolito e sorprendente. Concertista, compositore, docente e arrangiatore dalle numerose anime, Ekland Hasa è un pianista raffinato e graffiante, legato tanto al jazz quanto alla musica classica, alla composizione per orchestra come alle musiche etniche di tutto il mondo. Il violoncellista Redi Hasa in oltre vent’anni di carriera ha suonato e collaborato, tra gli altri, con Ludovico Einaudi, Robert Plant (voce dei leggendari Led Zeppelin), Kocani Orkestra, Mauro Pagani, Rita Marcotulli, Pacifico, Boban Markovic, Ambrogio Sparagna, Paolo Fresu, Goran Bregovic, Giovanni Sollima, Maria Mazzotta. Alle 22 (ingresso libero) il live di Rachele Andrioli e Coro a Coro. La cantante, musicista e autrice, una delle più originali interpreti della nuova scena salentina, vincitrice nel 2023 del Premio Nazionale Città di Loano per la Musica Tradizionale Italiana con il suo esordio solista “Leuca” (Finisterre | Puglia Sounds Records), si esibirà con il progetto Coro a Coro. L’ensemble femminile racconta storie di donne, mediterranee, sospese tra verità e leggenda, attraverso le canzoni tradizionali che legano il Salento ad ogni Sud. Il coro è il risultato di un lungo percorso sull’inclusività e l’accoglienza ideato e diretto dalla stessa Andrioli per favorire il concetto di genere e la multiculturalità. Durante il live si attraversano musiche popolari e d’autore, si scopre la forza terapeutica del canto per produrre un impasto al femminile di voci, cultura e tradizione. In un’epoca caratterizzata da timore, incertezza e apatia, Coro a Coro è un piccolo argine dove la musica costruisce ponti, accoglie, lenisce.
DOMENICA 3 NOVEMBRE | Alle 12:30 la giornata finale si aprirà con un pranzo cantato aperto a tutte le persone partecipanti ai laboratori, mentre dalle 16 alle 17:30, la rassegna si concluderà con una prova aperta del laboratorio Coro a coro guidata da Rachele Andrioli.
LA MOSTRA
Curata da Gus – Gruppo Umana Solidarietà, “Dietro le porte di Lecce” è un reportage fotografico realizzato da Andrea Gabellone nel capoluogo salentino. Ritrae quattro comunità, quattro religioni, quattro luoghi di preghiera, quattro modi di intendere la vita. Questo racconto fotografico comincia proprio dalle porte di Lecce. Porte che annunciano una casa popolare o un garage, ma che sono, nei fatti, il confine indistinguibile tra la città e tante realtà, rimaste sconosciute ai più, che pure di Lecce fanno parte da tempo. Le foto di questo progetto parlano di persone che in una nuova città, in un Paese lontano dal loro, hanno trovato la moschea in un garage, il gurdwara in un appartamento, la chiesa in una stanza.