QUATTRO PROPOSTE DI MODIFICA ALLA RIFORMA SULLA “BUONA SCUOLA”.
Così Provincia e Deputazione salentina aprono un dialogo per una soluzione definitiva che coinvolge oltre tremila docenti al sud. Il presidente Gabellone, l’assessore Manca e la consigliera D’Antini hanno consegnato alla Deputazione salentina e ai sindacati le proposte di modifica alla riforma sulla scuola.
Più tempo pieno per suggellare l’alleanza scuola-territorio oltre ad ottimizzare organizzazione interna e qualità del servizio pedagogico, la transazione dei posti in deroga nell’organico di diritto e quindi dell’ autonomia, la riduzione degli alunni ad un massimo di 20 per aula (contro le cosidette classi pollaio) e la proposta di procedure di mobilità annuali e non più triennali, causa di accumulo e conseguente difficoltà di snellimento e scorrimento delle graduatorie.
Quattro punti salienti nella proposta di modifica alla Riforma sulla scuola avanzata dalla Provicia alla deputazione salentina. Un incontro a Palazzo Adorno alla presenza dei sindacati Cigl, Cisl, Uil e poi Gilda e Snals, insieme alle due delegazioni schierate loro malgrado in trincee opposte dicono: docenti Gae e assegnatari di cattedra.
Quattro strumenti chiave che, però, non possono essere realizzati in pochi giorni, avendo come obiettivo una soluzione normativa e definita, non “tampone”. Anche questo però ha il suo prezzo per chi dovrebbe prendere servizio la prossima settimana e oggi non ha portato a casa la tanto sperata attenuante per non fare quella valigia.
Dati alla mano 3251 docenti pugliesi e salentini non hanno avuto la possibilità di restare nella propria regione e, per la sola provincia di Lecce, oltre 800 insegnati esodati. Ma alla parola “esodo” i toni si fanno accesi e i Gae non ci stanno, proprio loro che poco prima della conferenza, striscioni e cartelloni in strada, non vogliono essere dimenticati in funzione di chi sgomita per l’urgenza. Proprio loro che di quel parcheggio in graduatoria non vogliono farne un modus vivendi:
Le modifiche potrebbero essere attuate già dal prossima anno scolastico se con la legge finanziaria di dicembre si decidesse di investire nel settore scolastico. Su questo tutti d’accordo: i fondi a sostegno della cultura farebbero la differenza. Un primo passo oggi poi un altro count down fino a Dicembre.