“QUESTIONI DI GENERE” DÀ APPUNTAMENTO DEL 29 MARZO 2021:
Il seminario del 26 marzo è rinviato a data da destinarsi.
Scopo del progetto UniSalento+ è definire percorsi aggiuntivi all’offerta didattica ordinaria dell’Università del Salento, per offrire agli studenti strumenti per riflettere a fondo su questioni e temi la cui complessità può essere affrontata solo a partire dall’inter- e dalla trans-disciplinarità. Il progetto propone infatti una sistematica e organizzata interazione tra discipline differenti, per superare i rigidi steccati scientifico-disciplinari previsti dalle tabelle ministeriali istitutive delle classi di laurea. Sono state create reti informali ma consolidate di docenti che, lavorando con questo metodo assieme agli studenti, possano creare azioni strategiche stabili e continuative utili anche al di fuori del contesto universitario. Le reti costituite sono, oltre a “Questioni di genere” coordinata dalla professoressa Anna Maria Cherubini, “Sviluppo sostenibile” coordinata dal professor Alberto Basset, “Pace e diritti umani” coordinata dal professor Attilio Pisanò, “Diseguaglianze e razzismi” coordinata dal professor Stefano Cristante.
Il ciclo di seminari “Questioni di genere”, per la direzione scientifica della professoressa Anna Maria Cherubini e la collaborazione organizzativa delle docenti Alessandra Beccarisi ed Elena Laurenzi, prevede numerosi incontri online (fino al 24 maggio) secondo il programma allegato. Informazioni e link per accedere alla piattaforma online d’Ateneo: https://www.unisalento.it/-/rete-questioni-di-genere- .
«Storia, filosofia, teologia, psicologia, linguaggio e politica sono le aree di approfondimento di questo primo semestre, a cui si aggiungeranno, nel secondo semestre, anche l’economia, l’ingegneria, la matematica e l’archeologia», spiega Anna Maria Cherubini, matematica e Delegata del Rettore alle Politiche di genere, «Vogliamo così mettere in luce la complessità di un tema più che mai al centro del dibattito contemporaneo. Lungi dall’essere considerate elementi da valorizzare, le differenze di genere sono invece causa di disparità a svantaggio delle donne, come è stato tragicamente evidenziato in questo anno di pandemia. Sono le donne ad aver pagato il prezzo più alto di questa crisi, in termini di perdita di lavoro, di nuovo aggravamento dei carichi di cura, di aumento dei casi di violenza. Nel mondo della ricerca, la produzione scientifica delle ricercatrici è risultata fortemente penalizzata, come dimostrano le statistiche relative alle pubblicazioni. Si rischia così di aumentare un gender gap già grave nel nostro Paese, a causa dei pregiudizi impliciti e degli interessi corporativi vigenti. Con questi seminari vogliamo tenere vivo il dibattito, sia esaminando gli aspetti di genere nei diversi ambiti del sapere, sia dando visibilità, dignità e spessore al contributo delle donne al sapere stesso, ancora troppo disatteso nei programmi curriculari. Ci auguriamo così di contribuire a promuovere, dentro e fuori l’Università, le pari opportunità di accesso e di crescita culturale, a prescindere dal genere e dall’orientamento sessuale, nell’ottica della valorizzazione di ogni persona».