HomeCronaca e AttualitàRAPINA E SEQUESTRO DI PERSONA: TRE PERSONE ARRESTATE DAI CARABINIERI A NOVARA ED A LECCE

RAPINA E SEQUESTRO DI PERSONA: TRE PERSONE ARRESTATE DAI CARABINIERI A NOVARA ED A LECCE

RAPINA E SEQUESTRO DI PERSONA: TRE PERSONE ARRESTATE DAI CARABINIERI A NOVARA ED A LECCE

CARABINIERI

Erano già stati coinvolti nelle indagini per il tentato omicidio ai danni di Gianni  Calignano

Il 14 gennaio 2016 due individui perpetravano una rapina in danno della ditta Fonomatic New Game di Novara, operante nel settore della fornitura di caffè e del noleggio di slot machine per bar e sale scommesse: i rapinatori, uno dei quali armato di pistola, entrambi con delle parrucche in testa, facevano irruzione negli uffici del titolare della ditta, al cui interno si trovava anche un “cliente” (che aveva appena ricevuto dal titolare della ditta un prestito di duemila euro da decurtare dai proventi delle slot machine presenti in un bar di sua proprietà), legando entrambe le “vittime” alle rispettive sedie con del nastro adesivo. I due aggressori prelevavano il denaro contante presente all’interno dell’ufficio, muovendosi con dimestichezza e dimostrandosi a conoscenza dell’ubicazione delle due casseforti (una delle quali veniva aperta dopo aver costretto il titolare della ditta ad utilizzare il codice di apertura). Dopo aver prelevato tutto il denaro contante presente nelle casseforti i due rapinatori si impossessavano di un decoder digitale terrestre e di una batteria ausiliaria del sistema di video sorveglianza nell’errata convinzione che si trattasse dell’hard disk contenente i filmati della videosorveglianza!

Detto hard disk, viceversa, rimaneva nell’ufficio della FONOMATIC NEW GAME ed i relativi filmati, acquisiti dai Carabinieri, divenivano l’elemento di partenza dei successivi accertamenti investigativi che si protraevano fino a tutto il mese di novembre 2016 ed in relazione ai quali, emergeva un quadro di indizi gravi, precisi e concordanti a carico di:

– CACI ANGELO, classe 1969, di origini siciliane, residente a Novara, pregiudicato, arrestato a Novara;

– DELL’ANNA EMANUELE, classe 1994, residente a Nardo’ (LE), pregiudicato, arrestato a Nardò presso la propria abitazione;

– RUSSO GIAMPIERO, classe 1989, residente a Nardo’ (LE), pregiudicato, raggiunto dalla misura cautelare in carcere a Lecce dove era già detenuto.

LA MISURA CAUTELARE

A carico dei suddetti, all’esito delle investigazioni condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Novara, la Procura della Repubblica presso il Tribunale della città piemontese (P.M. dott. Marco Grandolfo) riteneva sussistenti gravi elementi di responsabilità in relazione ai delitti di rapina aggravata e sequestro di persona in concorso. Per tali ipotesi di reato, il GIP del Tribunale novarese, dott.ssa Angela FASANO, accoglieva la richiesta di misura cautelare avanzata dall’ufficio di Procura applicando nei confronti di tutti e tre gli indagati la custodia cautelare in carcere. Il provvedimento è stato eseguito nella mattinata del 12 gennaio 2017 dai Carabinieri di Novara (a carico del CACI si è proceduto presso la locale casa circondariale dove, per altra causa, si trova detenuto) e dai militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Lecce che hanno operato nel Salento (rintracciando il DELL’ANNA presso la sua abitazione ed il RUSSO presso la casa circondariale del capoluogo salentino, dove è detenuto per altra causa). Nei prossimi giorni si svolgeranno gli interrogatori di garanzia.

LO SVILUPPO DELLE INDAGINI

Le indagini dei Carabinieri hanno consentito di stabilire che il CACI, una delle due “vittime” della rapina, era in realtà l’organizzatore del colpo e che quella del “prestito” non era altro che una scusa per introdursi, senza destare sospetti, nell’ufficio del titolare della ditta con il quale sussistevano rapporti lavorativi. Sin da subito, infatti, la versione fornita dal predetto ai Carabinieri destava più di qualche perplessità agli investigatori atteso che egli:

  1. a) riferiva di essersi sentito male a causa dello spavento durante la rapina (mentre, al contrario, la visione delle immagini restituiva una situazione di assoluta tranquillità del predetto, nonostante fosse legato e minacciato con la pistola puntata alla testa);
  2. b) ebbe effettivamente un malore ….ma non durante la rapina, bensì durante le fasi del preliminare sopralluogo dei carabinieri: nel momento in cui aveva modo di comprendere che i due rapinatori non avevano affatto prelevato i filmati della videosorveglianza interna. E tale particolare diveniva sempre più “interessante” nella misura in cui, nei giorni successivi, il CACI -in diverse circostanze- chiedeva agli investigatori se i filmati fossero leggibili.

Inoltre:

–        i due rapinatori, rimasti diversi minuti in attesa nell’ufficio adiacente a quello del titolare della ditta, piuttosto che attendere l’uscita del CACI, avevano “imprudentemente” dato inizio alla loro azione;

–        le immagini dimostravano il momento in cui i rapinatori controllavano le tasche del giubbotto del CACI senza però prelevare i duemila euro in contanti che egli aveva appena ricevuto dal titolare della ditta di noleggio videogiochi;

–        il titolare della ditta aveva riferito che i due rapinatori erano certamente italiani e con un chiaro accento meridionale mentre il CACI affermava trattarsi di stranieri.

Una serie di elementi, dunque, che determinavano i militari della Compagnia di Novara a sviluppare numerosi accertamenti, anche di tipo tecnico, che interessavano, insieme ad altre, anche la figura del CACI sul quale l’attenzione si concentrava definitivamente dal momento in cui veniva attivato uno speciale canale info-investigativo che collegava i Carabinieri di Novara con quelli di Lecce.

LA COLLABORAZIONE TRA I CARABINIERI DI NOVARA E LECCE

I militari del Comando Provinciale di Lecce avevano infatti svolto le indagini che avevano portato (nel maggio del 2016) all’emissione da parte dell’A.G. salentina di una misura cautelare a carico di RUSSO Giampiero e CACI Angelo per il tentato omicidio di Gianni CALIGNANO, avvenuto il 16.05.2016 a Nardò. Le indagini all’epoca appurarono che il fatto di sangue era scaturito dal tentativo di estorsione posto in essere in danno di un imprenditore del luogo che si rivolse a CALIGNANO   per cercare una mediazione. Proprio nell’ambito di questa indagine i militari leccesi emerse una convergenza investigativa con le indagini dei militari di Novara che indagavano sulla rapina.

Quest’ultimo veniva rintracciato ed arrestato a Novara nel corso di un’operazione coordinata tra i Carabinieri del posto ed il Nucleo Investigativo leccese. Da tale operazione si avviava una collaborazione investigativa che poneva i militari di Novara nella condizione di sviluppare ed approfondire una serie di elementi acquisiti nel corso delle indagini svolte a Lecce.

Dall’analisi incrociata di una cospicua mole di dati di traffico telefonico intercorso sulle utenze in uso a RUSSO Giampiero, CACI Angelo e DELL’ANNA Emanuele (soggetto emerso all’attenzione investigativa per il fatto che nel corso della già citata perquisizione eseguita in casa Russo, venne rinvenuto un cellulare il cui nr. IMEI, il giorno della rapina, risultava associato ad una SIM a lui intestata) nonché in base al decisivo riconoscimento effettuato dalla “vera” (ed unica) vittima della rapina, i Carabinieri di Novara chiudevano il cerchio delle indagini intorno ai tre soggetti che, nei giorni immediatamente precedenti e successivi alla rapina, erano ripetutamente entrati in reciproco contatto.

 

redazione.lecceoggi@gmail.com

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