REDDITO DI DIGNITÀ: STOP ALLE DOMANDE.
Come da noi previsto, ennesimo fallimento di Emiliano
Dichiarazione del coordinatore e consigliere regionale di Direzione Italia, Francesco Ventola
Tempo finito: stop alle domande! Il Reddito di dignità si ferma qui, anzi si è già fermato il 31 ottobre scorso. L’ennesima legge spot del presidente Emiliano non si è fermata sul muro della Consulta, ma dell’inefficienza, dell’approssimazione e della presunzione.
In aula, poco più di un anno fa, avevamo previsto quello che sarebbe accaduto, ma Emiliano non ci aveva dato ascolto perché troppo impegnato a scimmiottare i grilli con il loro Reddito di Cittadinanza e ad anticipare Renzi e il suo Reddito di Inclusione. Morale della storia: pochissimo è stato speso, secondo quanto abbiamo appreso dal servizio del Tgnorba, pochi i poveri che hanno ottenuto l’assegno di poche centinaia di euro, ma in compenso molti amici consulenti ingaggiati per dare una mano. Non siamo meravigliati: fatta la legge si è riversato sui Comuni il compito di attuarla senza dare a questi i mezzi, informazioni e uomini per fornire il servizi; i tirocini non sono decollati per problemi non risolti con l’Inps; i requisiti troppo rigidi che prevedevano pratiche burocratiche che bloccavano tutto; l’arrivo nel marzo 2017 del Reddito di Inclusione nazionale è stato, poi, la ciliegina sulla torta, il sistema è andato in tilt perché confliggenti. Che dire: un vero e proprio capolavoro! L’ennesimo fallimento di Emiliano!
La povertà si contrasta dando un reddito a chi lavora non assistenzialismo spacciato con formazione. Potenziando i servizi esistenti in capo ai Comuni, dove i sindaci vivono in trincea quotidianamente. Finanziando veri tirocini sul lavoro con accordi con imprese.
Tutto questo lo avevamo detto… ma Emiliano è andato avanti come un treno… che oggi viaggia su un binario morto.