REFLUI, AVANTI TUTTA SU “SCARICO ZERO” E RIUSO DELLE ACQUE
Porto Cesareo gestirà in autonomia 600 allacci con trincee drenanti nel proprio depuratore
“Vittoria di Nardò che dice no per sempre a condotta sottomarina e scarico a mare”
Svolta per le comunità di Nardò e Porto Cesareo: Regione Puglia e AQP rilanciano sul riuso delle acque e l’eliminazione totale dello scarico a mare, grazie a quanto sancito dalla giunta regionale nella delibera n. 1093 del 7 luglio scorso.
L’esecutivo guidato da Michele Emiliano, da un lato, ha confermato il percorso già intrapreso dal progetto “scarico zero”, adeguato agli accordi intercorsi tra Regione e Ministero della Transizione Ecologica, che non prevedono più la necessità di una deroga ministeriale (in quanto la distanza dal mare dell’ecofiltro, così come stabilito dall’accordo, sarà superiore a 5 chilometri). Dall’altro, ha previsto che Porto Cesareo gestisca in autonomia e fin da subito i primi 600 allacci, con la realizzazione di trincee drenanti nel perimetro dell’impianto di depurazione esistente sul proprio territorio, aventi una capacità di assorbimento di 500 metri cubi giornalieri, quindi sufficienti a soddisfare ben oltre questo numero di utenze. In questo modo il comune jonico sarà autonomo. Salto di qualità anche nel livello di depurazione, che passa da tabella 1 a tabella 4.
“È la vittoria di Nardò che dice no per sempre a condotta sottomarina e scarico a mare – dice il sindaco Pippi Mellone – ed è la prova, per l’ennesima volta, che Michele Emiliano è un uomo di parola. La soluzione trovata conferma quanto detto dal presidente a Nardò a settembre scorso durante un incontro all’Urban Park davanti ai cittadini neretini ed è la soluzione ambientalmente più giusta, scevra da ogni condizionamento di campanile”.
“La delibera approvata dalla giunta regionale – commenta con soddisfazione l’assessore all’Ambiente Mino Natalizio – è la vittoria della cultura del riuso delle acque, delle nostre ragioni, dell’ambiente e delle comunità di Nardò e Porto Cesareo, che potranno finalmente risolvere la questione della gestione dei reflui senza farli finire in mare, ma utilizzandoli come risorsa fondamentale per il ripascimento della falda a usi irrigui e civili”.