I RITI DELLA SETTIMANA SANTA A BRINDISI
Seconda parte – segue dalla prima parte di ieri giovedì 13 aprile
Il Venerdì Santo si svolgevano diverse processioni, poi, per ordine dell’Arcivescovo Talucci, sono state ridotte ad un’unica cerimonia cittadina. Muovevano in ordine quella della chiesa del Cristo, della SS. Annunziata, della Pietà e in tarda sera quella di San Paolo. Il sabato pomeriggio il rito si svolgeva anche dalla Chiesa delle Anime, tutte le processioni giungevano al Calvario. In passato vigeva la tradizione dell’asta per designare i portatori delle statue dell’Addolorata e del Cristo Morto collocato nel “cataletto”; procedura che però comportava notevoli ritardi per il proseguimento del rito religioso. Erano in effetti due distinte processioni una con il Cristo morto collocato sul cataletto, l’altra con l’Addolorata rappresentata dalla statua della Madonna con gli occhi pieni di dolore e con un pugnale conficcato nel cuore. I percorsi erano diversi e si evitava d’incrociarsi ma quando ciò avveniva le processioni si fondevano in una sola.
Resta la liturgia della “messa scigghiata” (messa incompleta) del Venerdì Santo, caratterizzata della nudità degli altari, dai paramenti violacei, dal silenzio delle campane e la sostituzione della messa con l’Adorazione della Croce.
Il Sabato Santo, prima della riforma liturgica degli anni ’50, a mezzogiorno si festeggiava la Resurrezione di Cristo: al “Gloria in excelsis Deo” si scioglievano le campane delle chiese rimaste in silenzio per tutta la Quaresima, facendole suonare a festa per annunziare la Resurrezione; le strade risuonavano del frastuono provocato dai ragazzini che con mazze di legno battevano su contenitori metallici, come scatole di latta, pentole e vecchi tegami. Simbolicamente era un modo per scacciare e percuotere il diavolo.
Giorno di Pasqua: La mattina di Pasqua, durante la prima celebrazione eucaristica nella chiesa di San Paolo Eremita, si svolge la processione della macenula della Vergine Immacolata conosciuta come Madonna del Terremoto, che viene portata velocemente dal portone d’ingresso verso l’altare maggiore per assistere alla Resurrezione del Cristo; tradizione iniziata dai frati minori francescani, residenti nell’attiguo convento sino ai primi anni dell’800, che volevano la partecipazione della Madre non solo al dolore della morte del Figlio ma anche alla Sua Resurrezione.
Anche i riti pasquali di tradizione a Brindisi risentono del periodo spagnolo, per poi, nel tempo, modellarsi ai costumi locali perdendo parte del loro antico significato originale.