IL SALENTO DALL PREISTORIA ALLA MODERNITÀ
UNA GITA A: MORCIANO DI LEUCA
Oggi il nostro viaggio nel Salento èer conoscerlo meglio, ci porta a Morciano di Leuca, uno dei comuni più a sud del Salento, nell’estremo lembo del tacco d’Italia.
Morciano di Leuca è situato, infatti, nella parte meridionale del Capo di Leuca. L’abitato si sviluppa a 130 metri sul livello del mare sulle ultime propaggini delle Serre Salentine che nel comune raggiungono l’altezza massima di 165 m s.l.m. e prendono il nome di Serra Falitte. La natura carsica del territorio favorisce la creazione di inghiottitoi generati da infiltrazioni nel sottosuolo di acque superficiali. È il caso delle due Vore di Barbarano, due cavità carsiche ubicate appena fuori il centro abitato. Distano circa 300 m l’una dall’altra e sono conosciute con il nome di Vora Grande e Vora Piccola, che hanno una profondità massima di 34 e 25 metri rispettivamente. Il litorale si presenta basso con insenature sabbiose intervallate da piatti scogli. Il territorio comunale, che si estende su una superficie di 13,39 km², confina a nord con il comune di Alesssano, a est con i comuni di Castrignano del Capo e Patù, a sud con il mare Ionio, a ovest con il comune di Salve.
LA STORIA: La nascita del primo insediamento abitativo di Morciano di Leuca risale al IX secolo ad opera dei profughi della vicina città di Vereto distrutta dai Saraceni. Con l’avvento dei Normanni, il feudo venne donato nel 1190 da Tancredi d’Altavilla a Sinibaldo Sambiasi i cui discendenti ne detennero il possesso fino al XIII secolo. In epoca angioina il casale passò a Riccardus Murchano al quale subentrò nel 1316 Guiscardo Sangiorgio che lo cedette nel 1335 a Gualtieri VI di Brienne. Nel 1486 Giacomo Antoglietta (Natoli), barone di Fragagnano, Ruffano, Altavilla, Casalecchio, Santa Digna, Casavecchia, Francavilla e Monteiasi, marito di Margherita Ruffo, figlia del Conte di Sinopoli, cedette il feudo di Morciano a Ruggero Sambiasi in cambio di Vaste. Ai Simbiasi succedettero i Capece, i D’Enghien e i Castromediano (1642). Nonostante l’abolizione della feudalità fosse stata decretata nel 1806, il casale venne acquistato nel 1848 da Giuseppe Valentini.
Aggregato in un primo momento al comune di Patù, ottenne l’autonomia amministrativa il 1º agosto 1838. Nel 1894 gli fu aggregata la frazione di Barbarano del Capo amministrata fino a quel momento dal comune di Salve.
IL NOME: Il nome potrebbe derivare con molta probabilità dal termine latino murex con riferimento al tipo di terreno di natura rocciosa e collinare sul quale sorge l’abitato. Altre ipotesi suggeriscono una derivazione dal nome latino di persona Murcius o al fatto che in passato fosse un luogo per il deposito della merce.
MONUMENTI:
Nel cuore di Morciano di Leuca domina ciò che resta dell’imponente castello voluto da Gualtiero VI di Brienne per scongiurare le mire espansionistiche di Francesco della Ratta Conte di Caserta, che per matrimonio si era imparentato ai Conti Aunay di Alessano. Delle quattro torri solo una è rimasta inalterata nel tempo, di forma cilindrica è divisa da un codolo tra piano terra e primo piano.
Maestoso il portale d’ingresso nonché la caditoia decorata ad arte, cinque gli stemmi che sovrastano il portone fungendo anche da ornamento difensivo.
La Chiesa Madre, dedicata a San Giovanni Elemosiniere, risalente al xvi SECOLO, edificata su una preesistente struttura del tardo Medioevo.
L’esterno in stile romanico con aggiunte barocche principalmente nel portale d’ingresso, ultimato nel 1576, e nel campanile del 1775. All’interno le navate laterali ospitano pregevoli altari barocchi in pietra leccese sormontati da tele seicentesche e da statue. Interessante, dal punto di vista artistico, è il catino absidale nel quale i recenti restauri hanno riportato alla luce le originarie decorazioni cinquecentesche e gli affreschi raffiguranti la Vergine col Bambino e San Michelòe Arcangelo. Nell’area prospiciente l’edificio sacro sono state individuate numerose tombe, risalenti ai secoli XIII e XIV, appartenenti molto probabilmente ad un’unica necropoli.
La Chiesa del Carmine edificata intorno al 1486 come riscontrabile nell’epigrafe posta sul lato nord dell’edificio. Voluta dal feudatario Ruggero Sambiasi, nel
1507 venne affiancata dal convento dei Carmelitani, purtroppo, abbattuto nel 1967.
Cappella della Madonna di Costantinopoli che risale alla seconda metà del XVI secolo e appartiene alla serie di edifici edificati in seguito alla Battaglia di Lepanto la cui vittoria fu attribuita alla Vergine Maria.
Numerosi sono i frantoi ipogei sparsi su tutto il territorio di Morciano di Leuca. Nel solo centro storico se ne contano diciotto e testimoniano la rilevante economia olearia di cui il paese viveva in passato. Alcuni di essi risalgono al IX secolo e molti furono ricavati mediante la semplice rottura dei granai di epoca messapica. Gran parte dei granai sono stati così distrutti ma alcuni sono ancora intatti e conservano la lastra originaria di chiusura.
TORRI COSTIERE DI AVVISTAMENTO
Torre Vado è una delle numerose torri di avvistamento costiere fatte costruire nel XVI secolo da Carlo V per difendere il territorio salentino dalle invasioni dei pirati Saraceni. La torre di guardia si trova sulla costa a pochi metri dal mare ed è attualmente circondata da alcuni edifici costruiti in epoche più recenti. Per la sua vicinanza con il centro abitato di Salve era stata adibita a torre cavallara, cioè era dotata di un messaggero a cavallo che in caso di pericolo partiva per avvertire i paesi dell’entroterra. La torre a base circolare si sviluppa su due piani e presenta finestre e feritoie nella parte superiore. È servita da una scala di accesso. Con il disarmo delle torri costiere, avvenuto intorno 1846 su disposizione di Ferdinando II Re delle Due Sicilie, la torre è stata adibita a stazione di controllo doganale. Nel 1930 venne acquistata da privati e nel 1935 fu restaurata.
Frazione di Morciano è la Marina di Torre Vado, rinomata per gli arenili dalla sabbia fine e per questo denominata le Maldivie del Salento.
Ottavia Luciani