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IL SALENTO DALLA PREISTORIA ALLA MODERNITÀ

IL SALENTO DALLA PREISTORIA ALLA MODERNITÀ

UNA GITA A MONTERONI DI LECCE

Palazzo_Marchesale_Monteroni_di_Lecce

Oggi puntiamo le nostre attenzioni su un altro dei centri che formano la “corona di Lecce”.

Il territorio comunale, che si estende su una superficie di 16,49 km², è caratterizzato da una morfologia prettamente pianeggiante; l’altitudine raggiunge l’altezza massima di 48 metri slm. Ricade nella Valle della Cupa, ossia in quella porzione di pianura, intorno al capoluogo leccese, caratterizzata da una grande depressione carsica. È situato a metà strada fra lo Jonio e l’Adriatico dai quali dista circa 20 km.

Confina a nord con Arnesano, a est con Lecce e Lequile, a sud-est con San Pietro in Lama, a sud-ovest con Copertino.

Dal punto di vista meteorologico Monteroni di Lecce gode di clima mediterraneo. Facendo riferimento alla ventosità, come gli altri comuni del Salento orientale, è influenzato fortemente dal vento attraverso correnti  fredde di origine balcanica, oppure calde di origine africana.

Il toponimo potrebbe derivare da “Mons Tyronum” cioè “campo di addestramento” delle reclute romane che si erano stabilite in questa zona al tempo delle lotte con le popolazioni salentine. Per la precisione le truppe erano stanziate nella vicina località detta “San Filio” posta leggermente più in alto.

Chiesa madre di Monteroni di Lecce

Tale ipotesi troverebbe conferma da alcuni ritrovamenti, in particolare monete, risalenti a quell’epoca.

Più attendibile, però, appare l’ipotesi formulata da Gaetano Barbarulo, che ha studiato la forma toponomastica Tirone/Monterone, presente in gran parte del territorio italiano (Le denominazioni Monterone e Tirone nella toponomastica medievale napoletana, in “Archivio Storico per le Provincie Napoletane” 1996). Secondo tale studioso, si tratterebbe di un composto di monte, derivato dal latino mons, e tirone, esito del latino tardo toro -onis, vocabolo dal significato di “altura”. L’apparente duplicazione si spiegherebbe con una perdita di coscienza in età medievale del significato originario del vocabolo tirone, che avrebbe acquisito la valenza di nome proprio e si sarebbe così sentita l’esigenza di anteporgli il nome comune “monte”.

In epoca normanna fece parte della Contea di Lecce. Successivamente, nel 1250, Federico II cedette il casale ai feudatari De Cremona ai quali succedettero i Monteroni che lo detennero sino ai primi del Cinquecento. A questa famiglia si deve la costruzione del primo nucleo dell’attuale Palazzo Baronale, ampliato successivamente dai Lopez Y Royo, cui si deve anche la costruzione della torre dell’orologio e di due cappelle della Chiesa Matrice. Il feudo venne soppresso nel 1806 con l’eversione della feudalità e da allora il Comune di Monteroni seguì le vicende della storia nazionale.

Lo stemma cittadino «D’azzurro, al ramo di palmizio, posto in banda centrale, e all’olivo posto in sbarra, di verde, nodriti sulla vetta centrale del monte al naturale di tre vette, accompagnati in capo da due stelle di argento di otto raggi, poste in fascia. Ornamenti esteriori da Comune »

Monteroni_di_Lecce-Gonfalone

Il gonfalone: « Drappo di bianco riccamente ornato di ricami d’argento e caricato dello stemma comunale con l’iscrizione centrale in argento: Comune di Monteroni di Lecce. Le parti di metallo ed i cordoni sono argentati. L’asta verticale è ricoperta di velluto bianco con bullette argentate poste a spirale. Nella freccia è rappresentato lo stemma del Comune e sul gambo inciso il nome. Cravatta con nastri tricolorati dai colori nazionali frangiati d’argento »

Da visitare:

Chiesa Matrice; dedicata all’Assunta risale al XIV secolo come deducibile dalla presenza dell’affresco del “Battesimo di Gesù” datato 1420 Ampliata nel corso dei secoli, presenta una pianta a croce latina con decorazioni barocche. L’interno conserva seicenteschi altari in pietra leccese e alcune statue fra cui quella di Sant’Antonio da Padova del 1777. Nei pressi sorge la Torre dell’Orologio.

Chiesa Beatissimae Virgini Immacolata; edificata nel 1667 con rifacimento del prospetto nel 1954

Chiesa dei Santi Medici

Chiesa del Crocefisso; del XVII secolo con ampliamenti del 1956

Chiesa di San Giovanni Battista; ricostruita nel 1932

Chiesa del Sacro Cuore; costruita nel 1963

Chiesa di Sant’Antonio Abate; primi anni del XVII secolo.

Chiesa di Santu Filii; di epoca quattrocentesca, fu riedificata nel Novecento e conserva l’originario affresco della Madonna di Santu Filii.

Chiesa Maria SS. Ausiliatrice, XX secolo

Oratorio “San Giovanni Bosco”, XX secolo

Palazzo Baronale; costruito con le sembianze di una piccola fortezza durante il baronato dei Monteroni e ampliato nel XVI secolo dai nuovi feudatari, i Lopez y Royo, che lo resero un palazzo nobiliare. Il palazzo conserva oggi i fastosi stilemi del barocco leccese.

Palazzo del Municipio, risalente al XVII secolo.

Monumento ai caduti, posto al centro di Piazzetta Romano, è dedicato ai caduti monteronesi durante le guerre della prima metà del Novecento. Una grande lapide in pietra leccese, posta su Piazza Falconieri ricorda invece l’attività di rivoluzionario di >Ignazio Falconieri, riproducendone una lettera ufficiale del 1799, risalente alla Rivoluzione napoletana..

MONTERONI monumento ai Caduti

Velodromo degli Ulivi, circuito costruito nel 1976 per ospitare i Campionati Mondiali di Ciclismi su pista.

VELODROMO DEGLI ULIVI come era

Ville e casini nobiliari

Dal XV secolo ai primi anni del Novecento varie ville e casini patriziali furono costruiti nella campagna circostante l’abitato di Monteroni e più precisamente nella cosiddetta “Valle della Cupa”, vasta depressione del terreno che abbraccia vari comuni a sud-ovest di Lecce e da quest’ultima panoramicamente ben visibile. Tra queste costruzioni vanno menzionate:

Villa Bruni, in stile meoclassico, progettata dall’architetto Raffaele Politi e ubicata appena fuori dall’abitato sulla strada per San Pietro in Lama;

Villa Urselli risalente al primo periodo Liberty, anch’essa sulla via per San Pietro in Lama, nel cui giardino si trovano notevoli esemplari di cycas

Villa Grassi, sulla via per Arnesano, edificata nel 1901 dall’architetto Raffaele Politi. Con la sua facciata stile Liberty, una fontana e il grande parco in cui è possibile ritrovare numerose cycas;

Villa Saetta, che pare prendere il nome dal monaco omonimo, la cui cappella ospita le salme di alcuni membri della famiglia nobiliare Lopez y Royo;

Villa De Giorgi, ubicata in zona S. Filii, e costruita per il tisiologo Gioacchino De Giorgi;

Villa Romano, forse la più estesa, sempre sulla via per San Pietro in Lama;

Villa Carelli-Palombi, sulla via per il capoluogo, e dotata di un giardino ricco di piante esotiche, tra cui un immenso lauro canforo.

A Monteroni di Lecce hanno sede due scuole pubbliche dell’infanzia, tre scuole primarie e due secondarie di primo grado. Vi è inoltre un istituto privato comprendente una scuola dell’infanzia e una primaria. Il territorio comunale di Monteroni di Lecce ospita una parte del Complesso Ecotekne dell’Università del Salento. Nel Campus hanno sede le Facoltà di Economia, Giurisprudenza, Ingegneria, Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali. Il Campus è attrezzato con un Centro Congressi, istituti per la ricerca e laboratori. All’interno del campus non mancano le strutture sportive e le aree attrezzate per eventi.

PERSONAGGI

Filippo Lopez y Royo (Monteroni di Lecce 1728 – Naoli 1811), arcivescovo cattolico e viceré di Sicilia.

Ignazio Falconieri (Monteroni di Lecce 1755 – Napoli 1799), sacerdote, intellettuale e promotore della rivoluzione napoletana.

Giuseppe Antonio Giancane (Monteroni di Lecce 1911 – Taranto 1979) senatore della IV legislatura della Repubblica Italiana

Giovanni Bernardini (Pescara  1923), scrittore. Risiede a Monteroni, comune di cui è stato sindaco nei primi anni novanta.

Guido Bellini (Monteroni di Lecce 1930), comandante generale dell’Arma dei Carabinieri dal 2002 al 2004

Marcello Sememraro (Monteroni di Lecce 1947), vescovo cattolico. Il 13 aprile 2013 papa Francesco lo nomina cardinale e segretario del gruppo di cardinali chiamati a consigliarlo nel governo della Chiesa universale e a studiare un progetto di revisione della Curia romana. Il successivo 4 novembre 2013 lo stesso pontefice Francesco Bergoglio, lo chiama a ricoprire anche l’ufficio di amministratore apostolico ad nutum Sanctae Sedis dell’abbazia territoriale di Santa Maria di Grottaferrata.

Alessia Quarta (Monteroni di Lecce, 1976), ciclista professionista su strada e su pista pluricampionessa mondiale.

Ottavia Luciani

 

redazione.lecceoggi@gmail.com

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