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IL SALENTO DALLA PREISTORIA ALLA MODERNITÀ: CRIPTA DEL CROCEFISSO A TAURISANO

IL SALENTO DALLA PREISTORIA ALLA MODERNITÀ: CRIPTA DEL CROCEFISSO A TAURISANO

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Una delle feste religiose, ma con grande riflesso sui festeggiamenti civili, la Festa del SS Crocefisso, a Taurisano ha richiamato la mia attenzione oltre che sull’evento, in tutte le sue sfaccettature, anche sul monumento eretto per ricordare il Santissimo Crocefisso, noto come La Cripta, sito in contrada Manfio ai confini tra i feudi di Casarano, Ruffano e Taurisano.

La Cripta del SS. Crocefisso conosciuta anche come Cripta di S. Costantina, ai confini delle Diocesi di Nardò-Gallipoli e Ugento è un ambiente ipogeo naturale trasformato in luogo di culto dai bizantini nell’XI secolo.

Tutta la zona circostante la cripta, dove sono presenti i ruderi dell’antico cenobio appartenuto dapprima ai monaci basiliani e poi agli Olivetani, rappresenta un importante sito dal punto di vista storico e naturalistico. Graffiti di epoca paleolitica e fossili risalenti a comunità del periodo Neolitico convivono con le affrescate pareti della grotta.

Nel tempo il culto per il “Crocefisso della macchia” non è stato sempre costante come si evince da alcune notte di  Aldo De Bernart in “la Cripta del Crocefisso di Ruffano”.

In esse si legge come ai fasti del 600/700 “tra sei e settecento raggiunge il momento più alto della devozione dei casaranesi, nella loro maggior chiesa, come si legge nella visita pastorale del 1719 di mons. Antonio Sanfelice: visitavit cappellam Sanctissimi crucifixi… imago haec S.mi Crucifixi miraculus clarissima est. E dei numerosi miracoli parla una densa cronaca religiosa del 1688 raccolta dal notaio Santo Riccio, laddove è evidente il propagarsi del culto in tutta terra d’Otranto, come nel miracolo dell’otto febbraio 1688 quando ritrovandosi nella terra di Supersano cinque persone colcate nella loro casa, li cascò sopra di quella un’altra casa et al rumore delle pietre che cascavano, tutti cinque (dissero) Santissimo Crocifisso di casarano aggiutaci furno liberati, senza che dure pietre offendessero nessuno nemmeno il loro somaro“ seguono, verso la fine del secolo scorso, tempi oscuri ed a causa della sempre minor devozione il luogo era divenuto sempre più un luogo abbandonato preda dell’incuria e al vandalismo.

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È grazie alla dedizione ed alla caparbietà del parroco don Nino Santoro che la Cripta è stata recuperata e restituita al culto dei fedeli.

Don Nino, si è dedicato molto per il recupero e la valorizzazione della Cripta con una poderosa ripulitura del luogo grazie al sostanziale aiuto di alcuni volontari del posto. Ora, la Cripta è tornata ad essere un degno luogo di culto ed i fedeli la visitina tutto l’anno ed in particolare in occasione della festa del 3 maggio.

Da un punto di vista architettonico la Cripta presenta diversi aspetti interessanti.

Ottavia Luciani

FINE PRIMA PARTE – SEGUE DOMANI SABATO 05 MAGGIO 2018

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