IL SALENTO DALLA PREISTORIA ALLA MODERNITÀ: MURO LECCESE
MURO LECCESE
(gonfalone e stemma di Muro Leccese)
Un salto per gustare una prelibatezza del palato ricordata ogni anno nella seconda decade di ottobre mi ha portata, poi, a voler conoscere meglio questo centro del Salento che proprio quest’anno è stata nominata “città d’arte con economia prevalentemente turistica”.
Quindi eccomi a Muro Leccese, situato nella parte centro-meridionale del Salento a 33,6 km da Lecce. Dell’essere stato un importante centro messapico rimangono rilevanti reperti archeologici.
Il territorio comunale di Muro Leccese, che si estende a sud-est di Maglie nell’estremità meridionale della pianura salentina, un vasto e uniforme bassopiano del Salento compreso tra i rialti terrazzati delle Murge a nord e le Serre Salentine a sud. Altezza massima 96 m s.l.m. il centro abitato, invece, registra un’altitudine che si aggira attorno agli 82 metri s.l.m. Confina a nord con i comuni di Maglie e Palmariggi, a est con il comune di Giuggianello, a sud con il comune di Sanarica, a ovest con il comune di Scorrano. L’origine del nome è da ricondursi alla presenza dei resti delle antiche mura messapiche. La specifica è identificativa della zona in cui sorge.
Le testimonianze dell’età del bronzo, quali i menhir e quelle di età neolitica, confermano la presenza di insediamenti pre-messapici. Le radici di Muro Leccese affondano nel popolo dei Messapi. Questo popolo a partire dall’VIII secolo a.C. trasformarono l’abitato in un centro a carattere urbano con case regolarmente allineate lungo le strade. L’antico centro messapico era inoltre racchiuso da una cinta muraria. Questo è testimoniato dai resti di una recinzione formata da blocchi squadrati, lunga 4 chilometri, che racchiude un’area di poco superiore a 100 ettari. La Muro messapica risultava essere una delle città più floride e importanti del tempo.
Fu completamente rasa al suolo dalle truppe romane nel III secolo a.C. La ricostruzione di Muro in epoche successiva è di scarso rilievo, unica notizia di una certa rilevanza è quella riguardante la distruzione di Muro nel 924 da parte dei Saraceni in una delle loro scorribande nel Salento.
Nel Medioevo e precisamente nel 1156, il normanno Guglielmo Bosco fu il primo principe di Muro; in seguito Ruggero figlio di Tancredi d’Altavilla conte di Lecce, concesse il feudo ad Alessandro Gothi. Nel periodo angioino il feudo appartenne alla casata dei De’ Monti marchesi di Corigliano d’Otranto.
Nel XIV secolo il feudo di Muro Leccese fu riservato alla corona. Passò dunque alla famiglia degli Orsini Del Balzo principi di Taranto, che delimitarono i confini del feudo (1438, concedendolo ai Protonobilissimo, casata di origini tarantine. Costoro furono principi di Muro fino al 1774, quando la città passò al demanio.
Nel 1797 il feudo fu concesso da Re Ferdinando al principe Antonio Maria Pignatelli di Belmonte: questa casata terrà il feudo fino al 1854, quando poi fu venduta al Cavaliere Achille Tamborino. Con l’unità d’Italia, 1861, seguì le sorti della Nazione.
Ottavia Luciani
(fine prima parte segue al 26 ottobre )