SALVATORE RUGGERI INTERVIENE SULLO STATO DELL’ARTE DEGLI ASSEGNI DI CURA 2018/2019
“La dotazione complessiva per l’annualità 2018-19 riguardante la misura degli Assegni di cura in Puglia passa dalla dotazione storica del capitolo di 25 milioni di euro a 35milioni di euro, con uno sforzo finanziario importante ben superiore a quanto richiesto dalle stesse associazioni di rappresentanza. Quest’anno però, crediamo, sia opportuno scrivere un’altra storia (non dimentichiamoci che lo scorso anno abbiamo dato l’assegno ci cura al doppio delle persone che lo ricevono in Lombardia), magari selezionando meglio le persone che hanno effettivamente necessità e creando un ordine di priorità che veda agevolate, accanto alla valutazione sanitaria dei medici, quelle famiglie più bisognose già destinatarie in passato di prestazione sanitarie assegnate proprio in virtù della gravità del paziente. E comunque mi preme comunicare che gli uffici regionali non sono fermi, stiamo cercando di procedere celermente e già entro la fine di questo mese avremo una lista dei primi ammessi alla Misura, mentre a partire da febbraio 2019 si potranno avviare le procedure di liquidazione, del beneficio cumulato per il periodo luglio/dicembre 2018. Infine entro breve tempo il Presidente Emiliano incontrerà i direttori generali delle ASL per chiedere loro la maggiore efficienza possibile nella redazione delle valutazioni sanitarie”.
Così l’assessore regionale al Welfare Salvatore Ruggeri è intervenuto per un aggiornamento complessivo dello stato dell’arte della Misura relativa agli Assegni di cura 2018/2019, assegni in lavorazione dal 22 novembre 2018 ad oggi, termine per la presentazione delle domande.
Complessivamente ne sono pervenute 14.789, esclusivamente attraverso la piattaforma informatica.
Nello specifico, le domande pervenute sono 4.217 per la Asl Bari, 1.197 per la Asl BT, 1.293 per la Asl Brindisi, 2.897 per la Asl Lecce, 2.855 per la Asl Foggia e 2.330 per la Asl Taranto.
In termini di incidenza relativa, rispetto alla popolazione residente, il maggior numero di domande è pervenuto dai territori foggiano e tarantino con 4 o più domande per 1000 abitanti, a fronte di un valore medio regionale di 3,63 domande ogni 1000 residenti.
IL LAVORO DEGLI UFFICI REGIONALI
La quantità complessiva delle domande pervenute è nettamente superiore, nel complesso a quelle pervenute lo scorso anno, ma alcuni dispositivi procedurali e le funzionalità offerte dalla piattaforma telematica in questa annualità, stanno riducendo di molto il lavoro che le strutture amministrative e sanitarie delle ASL sono chiamate a svolgere.
La struttura regionale dell’Assessorato al Welfare ha provveduto, tra il 22 novembre e la metà di dicembre:
– ad incontrare tutti i RUP e i coordinatori sociosanitari delle ASL per un confronto strutturato sul modus operandi da definire per la gestione più efficiente possibile delle domande
– ad adottare le linee guida per l’istruttoria delle domande di Assegno di cura (A.D. n. 870 del 12 dicembre 2018).
Infatti a tutte le Asl sono già state rilasciate le domande con la prima verifica, previa cooperazione applicativa o interrogazione mirata di altre basi dati del sistema informativo sociale o sanitario regionale, di quanto autocertificato dai richiedenti, con specifico riferimento a:
Residenza anagrafica del richiedente o beneficiario finale e relativo MMG o PLS assegnato;
Fruizione di Buoni servizio per la frequenza di un centro diurno sociosanitario (artt. 60 e 60 ter). Tutte le domande sono già state ordinate in ordine decrescente del punteggio provvisorio attribuito sulla base delle dimensioni di valutazione, come verificate con i dati già in possesso del sistema regionale, in modo da consentire a ciascuna ASL di organizzare il lavoro interno per tutti i distretti, con specifico riferimento a:
Valutazioni sanitarie sulla condizione di gravissima non autosufficienza, da confermare, aggiornare, sviluppare ex novo in relazione ai diversi casi, come già indicato nell’Avviso pubblico e verifica di veridicità su dichiarazione di titolarità di indennità di accompagnamento (nelle more del riscontro massivo da parte di INPS).
STATO ATTUALE
Allo stato attuale sono ormai in corso di svolgimento le valutazioni sanitarie da parte delle ASL e delle rispettive articolazioni organizzative, con un andamento che potrà vedere già entro la fine del mese di gennaio i primi gruppi di domande ammesse definitivamente al beneficio, nelle more di far avanzare le attività di valutazione e la ammissione dei successivi gruppi di domande, fino a concorrenza delle risorse effettivamente disponibili per l’annualità di fruizione luglio 2018/luglio 2019. La Regione nel suo complesso è impegnata a far sì che le ASL lavorino per accelerare la redazione delle valutazioni sanitarie. .
RISORSE DISPONIBILI
La delibera di Giunta regionale n. 1502/2018 poneva a disposizione della misura Assegno di cura 2018-2019 l’importo complessivo di Euro 25.000.000,00 di cui 12 Meuro a carico del Bilancio Regionale e la rimanente parte a carico di quota parte del FNA 2018 (che deve ancora essere trasferito dal MLPS alle Regioni). Con l’approvazione del Bilancio di Previsione 2019 e Pluriennale 2019-2021 di cui alla l.r. n. 68/2018, la dotazione finanziaria del Capitolo di Spesa 785000 a valere sul Bilancio regionale è stato incrementato di ulteriori 10.000.000,00 rispetto alla dotazione storica del capitolo. E quindi la dotazione complessiva per l’annualità 2018-19 passa da 25 milioni di euro a 35milioni di euro, con uno sforzo finanziario incrementale ben superiore a quanto richiesto dalle stesse associazioni di rappresentanza. Questo incremento consente di prendere in carico come beneficiari dell’Assegno di cura non più 2.314 utenti circa, bensì un minimo di 3.240 utenti.
RIFERIMENTI STATISTICI
Ecco alcuni riferimenti statistici sulla composizione delle domande pervenute per le principali caratteristiche dei richiedenti l’Assegno di cura.
- L’età media dei richiedenti è di 62,44 anni, che tende a superare gli ottanta anni di età per il cluster di pazienti “con grave o gravissimo stato di demenza”, e scende fino a 12 anni di età per il cluster della disabilità comportamentale dello spettro autistico
2 La profilatura delle domande dei richiedenti rispetto alla tipologia di PAI di cui sono fruitori presenta numerosi tratti interessanti: intanto il 51,5% delle domande presentate riguarda beneficiari che risultano anche intestati di un PAI, cioè che nell’ultimo anno o dalla UVM o dalle Unità di Valutazione Geriatrica o Riabilitativa hanno ricevuto la definizione di un Progetto Assistenziale Individualizzato, a prescindere dal grado di complessità delle prestazioni in esso previste.
Solo il 24,8% delle domande riguarda beneficiari che fruiscono di prestazioni domiciliari sanitarie erogate dalle Asl, cioè cure domiciliari integrate di I, II e III livello ai sensi della Del. G.R. n. 630/2015: questo significa che solo un non autosufficiente su 4 ha un profilo di gravità tale da prevedersi l’accesso a domicilio dell’equipe distrettuale per le CDI. Se si considera le sole cure domiciliari di II e III livello la percentuale dei fruitori che richiedono anche l’assegno di cura scende all’11,8%, cioè poco più di una persona su 10. In tutti gli altri casi, non di rado, l’assegno di cura viene richiesto come una necessità indifferibile anche per pagare ulteriori prestazioni sanitarie, quasi sempre erogate da lavoratori a nero, oltre che le prestazioni assistenziali e di conciliazione. Inoltre il 5,1% dei richiedenti fruisce di prestazioni riabilitative in regime domiciliare.
2 Quanto, invece, alla profilatura delle domande di accesso all’Assegno di cura per prestazioni sociali a domanda individuale fruite (rispetto alle quali in quasi tutti gli Ambiti territoriali non si è ancora raggiunto un livello tale della domanda da non avere una copertura finanziaria per i buoni servizio), si evince dall’incrocio dei dati con il database dei fruitori dei Buoni servizio che:
– Sono solo il 4,5% dei richiedenti coloro che fruiscono anche di un buono servizio, cioè la cui condizione di non autosufficienza è tale da indurre la famiglia a richiedere la integrazione con altre prestazioni socioassistenziali a domanda individuale e a compartecipazione diretta;
– In particolare l’1,8% dei richiedenti fruisce del buono per la frequenza di un centro diurno (e nonostante l’incompatibilità ha presentato domanda anche per l’assegno di cura)
– Mentre è il 2,7% l’incidenza tra i richiedenti l’assegno di cura che fruisce anche del buono servizio per le prestazioni domiciliari SAD – ADI a carattere sociale.
TEMPI PREVISTI PER L’ESPLETAMENTO DELLE PROCEDURE
– A partire da gennaio 2019 rilascio degli esiti per i primi gruppi di domande
– A partire da febbraio 2019 avvio delle procedure di liquidazione per i primi ammessi, del beneficio cumulato per il periodo luglio2018-dic 2018;
– Entro marzo 2019 conclusione delle valutazioni sanitarie e ammissione a beneficio di tutti i pazienti entro il limite totale di 3.250 unità;
– Entro aprile 2019 rilascio del monitoraggio complessivo degli esiti.
A partire da febbraio 2019, tutti i richiedenti per i quali non sia erogabile il beneficio economico dell’Assegno di cura, o per difetto dei requisiti di accesso, o per incapienza della disponibilità finanziaria, riceveranno avviso mirato e personalizzato per la presentazione di domanda a una delle due misure di sostegno economico:
– Reddito di cittadinanza 2019 (in presenza dei relativi requisiti) – importi secondo il Decreto RdC
– Reddito di Dignità 2.0/Caregiver (per tutti gli altri) – fino a un massimo di 500 euro mensili.
ASL
Le ASL hanno già ricevuto dalla Regione la liquidità per far fronte ai pagamenti della prima fase, con la erogazione dei primi 12 milioni di euro a copertura dell’annualità 2018-19.