SINDACO SALVEMINI SU DISEGNO DI LEGGE AUTONOMIA DIFFERENZIATA
“Sulla autonomia differenziata serve che tutti facciano un passo indietro. Il premier che deve tenere ferma la posizione del 2017; Fratelli d’Italia e Forza Italia che devono ribellarsi al ricatto secessionista della Lega; il centro sinistra, che si incaricò sbagliando di prevedere nell’ambito della riforma del titolo V il terzo comma dell’art. 116 da cui tutto nasce”.
Sul disegno di legge approvato ieri dal Consiglio dei ministri, recante “Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione” interviene il sindaco Carlo Salvemini, citando in un post social una intervista rilasciata dalla premier Giorgia Meloni a Famiglia Cristiana nel 2017.
Nell’intervista, citata dal sindaco, la premier dichiarava “Il problema non è seguire l’iter previsto dalla Costituzione ma ragionare su una revisione complessiva del Titolo V. Non sono contraria a percorsi di maggiore autonomia, ma al posto dell’iniziativa di una o due Regioni preferirei una revisione complessiva degli assetti istituzionali che preveda un rafforzamento del Governo centrale e maggiore autonomia per tutte le Regioni, altrimenti se è la mossa di due Regioni, sembra fatta contro qualcuno. L’unità nazionale non va messa in discussione. Una cosa fatta dicendo: noi ci teniamo i nostri soldi e degli altri non ce ne importa nulla rischia di generare un’ulteriore disgregazione dell’idea di Stato e nazione in un momento in cui l’Italia è già molto debole agli occhi dei suoi cittadini. Lo Stato nazionale è l’entità minima necessaria per difendere i diritti dei cittadini. Mi chiedo: nei confronti dell’Europa è più forte lo Stato unitario o una Regione? Bisogna fare attenzione”.
“Io sono d’accordo con Giorgia Meloni quando espone queste idee – dichiara il sindaco Salvemini – Il problema è che dopo averle sostenute nel 2017 le ha clamorosamente contraddette ieri approvando da Presidente del Consiglio il disegno di legge sull’autonomia regionale differenziata che – così come scritto – di fatto: non si incarica di rivedere il titolo V; mette in discussione l’unità nazionale; consente alle regioni ricche di trattenere il proprio residuo fiscale senza creazione di un fondo perequativo pur costituzionalmente previsto all’art. 119; aumenta le disgregazioni”.
“Ribadiamolo – conclude Salvemini – l’autonomia regionale differenziata è una questione politica enorme. Che mette in discussione diritti di cittadinanza, efficacia delle politiche pubbliche, organizzazione dello Stato frantumato in un sistema di comuni, città metropolitane, regioni a statuto speciale, regioni ad autonomia differenziata, regioni a statuto ordinario”.