STABILIZZAZIONE, L’AMBITO SOSTIENE LA MOBILITAZIONE DELLE ASSISTENTI SOCIALI
Sono figure, tutte precarie, impegnate sulle misure di sostegno al reddito
Il coordinamento istituzionale dell’Ambito Sociale n. 3 è al fianco delle assistenti sociali dei servizi di Segretariato Sociale e Servizio Sociale Professionale dello stesso Ambito che hanno aderito all’appello del Comitato nazionale Rei-Rdc per tutelare il diritto all’inclusione sociale di centinaia di migliaia di cittadini in condizione di fragilità, ma anche il loro diritto a un lavoro stabile. Si tratta di dipendenti del Comune di Nardò con contratti a termine (perché legati a finanziamenti ministeriali di durata triennale) e di dipendenti della cooperativa cui l’Ambito appalta questi servizi. Il coordinamento, composto dagli assessori al Welfare dei sei Comuni dell’Ambito n. 3 (Maria Grazia Sodero per Nardò, Silvia Tarantino per Porto Cesareo, Ines Cagnazzo per Leverano, Concettina Bongiorno per Seclì, Caterina Dorato per Galatone e Pierluigi Nestola per Copertino), ha assicurato sostegno alle assistenti sociali, una parte delle centinaia di operatori sociali precari di tutta Italia che compongono le cosiddette equipe multidisciplinari impegnate sulle misure Rei, Rdc e altre forme di sostegno.
“Questi lavoratori – spiega il presidente del coordinamento Maria Grazia Sodero – nella fase acuta dell’emergenza sanitaria hanno adattato le loro professionalità alle esigenze degli enti locali, per rispondere ai bisogni generati dalla pandemia. È evidente che ora, più che mai, hanno bisogno di certezze. Anche perché si rischia una situazione paradossale in cui coloro che devono prendere in carico situazioni di fragilità sociale ed economica, si trovano essi stessi in una condizione di precarietà e incertezza. Sono d’accordo con Gianmarco Gazzi, presidente dell’Ordine Nazionale degli Assistenti Sociali, quando dice che non servono misure assistenziali, ma una programmazione seria e professionisti che diano gambe e testa ai progetti”.
Secondo il Comitato, il disegno di legge di Bilancio 2021 approvato dal Consiglio dei ministri e attualmente in Parlamento, prevede delle misure in materia di welfare, politiche sociali e salute “insufficienti” a rispondere adeguatamente alle sfide che il Paese deve affrontare quotidianamente e in particolare in questo periodo di emergenza sanitaria, dove nuove povertà si uniscono alle vecchie. Ci sono quattro miliardi per il Reddito di Cittadinanza, prorogato fino al 2029, ma “nessuna risorsa chiaramente destinata per i servizi che dovrebbero gestire la presa in carico dell’onda di povertà che si presenterà”. Per il 2021 sono previsti 215 milioni per i servizi sociali nel fondo per i Comuni, “ma senza che si faccia nessun riferimento a una chiara e dettagliata destinazione specifica”. Tuttavia, centinaia di operatori sociali, che garantiscono da diversi anni la presa in carico dei beneficiari delle misure di sostegno al reddito (SIA, REI, RDC e RED) “si ritrovano all’ombra e per più precari, con contratti a termine e in alcuni casi anche alle dipendenze di terzi”.
Il Comitato, proprio in questi giorni, segue con attenzione il lavoro delle Commissioni parlamentari che hanno all’esame la bozza della legge di Bilancio 2021. In particolare, si chiede con forza l’approvazione delle proposte emendative 68.4 (Lepri, Carnevali, Braga, Gribaudo, Serracchiani, Viscomi, Campana, Pini, Rizzo Nervo, Siani) e 68.25 (Pella, Occhiuto, Paolo Russo, D’At-tis, Mandelli, Prestigiacomo, Cannizzaro), aventi lo scopo di garantire la stabilizzazione del personale, che da diversi anni si occupa della gestione delle misure di contrasto alla povertà sul territorio nazionale.
In una missiva indirizzata ai parlamentari il Comitato spiega: “In questo particolare periodo storico crediamo sia importante non soltanto avere lucidità nel gestire le necessità del momento, ma anche e soprattutto avere il coraggio di programmare il futuro di migliaia di lavoratori pubblici precari e di centinaia di migliaia di cittadini che usufruiscono dei servizi. Una riqualificazione del sistema di welfare locale attraverso la stabilizzazione delle equipe multidisciplinari è la sfida a cui la politica di oggi è chiamata a rispondere per non lasciare indietro nessuno nella lotta alla povertà”.