TARANTO: 31 MIGRANTI SCAPPATI DALL’HOTSPOT
Secondo l’Associazione Marco Pannella “i nostri appelli caduti nel vuoto” – un consigliere comunale: “il sindaco non resti silente”
Di seguito un comunicato diffuso dall’associazione Marco Pannella:
“Avevamo denunciato per tempo-dichiara l’Associazione Pannella- come l’hotspot di Taranto per legge non può ospitare migranti, essendo struttura adibita solo per la rapida identificazione, e quindi ancor meno per la quarantena, non essendovi ne il personale ne i servizi necessari per garantire accoglienza, tantomeno sanitaria.
Purtroppo i nostri appelli rivolti tanto al Prefetto e al Questore, al momento gestore del centro, quanto al Sindaco della Città di Taranto su cui insiste l’hotspot, sono caduti nel vuoto. Non siamo stati facili profeti, ma consapevoli, a seguito delle numerose visite ispettive effettuate dall’associazione Pannella con parlamentari e consiglieri regionali presso l’hotspot, che quel centro per il riconoscimento non può trasformarsi in centro di accoglienza. Per questo avevamo chiesto alle autorità responsabili semplicemente di rispettare la legge che ne impedisce il trasferimento al suo interno di migranti già identificati altrove. Questo in difesa dei diritti dei migranti, del personale civile e militare che ci lavora, dei residenti, e della legge”.
Di seguito un comunicato diffuso da Giampaolo Vietri, consigliere comunale e provinciale di Taranto:
Il sindaco di Taranto non resti silente dinnanzi alle vicende che riguardano l’hotspot. Come già ebbi modo di denunciare alcuni anni fa presentando una mozione consiliare contro la realizzazione dell’ hotspot per l’identificazione di migranti nell’area portuale di Taranto, la struttura si dimostra inadeguata e non andava qui realizzata visti gli innumerevoli problemi che già affliggono il territorio e a cui le istituzioni sono chiamate a far fronte.
A Taranto ci mancava l’hotspot dal quale gli immigrati irregolari addirittura fuggono facendo perdere le proprie tracce, mentre dovevano trascorrere il periodo di quarantena preventiva. Ora chissà dove sono questi clandestini e chissà quali sono le loro condizioni sanitarie.
È inoltre inammissibile che, nonostante la circolazione dei cittadini tra i vari stati e regioni, sia sottoposta a rigidi protocolli, il governo italiano, che non ha decretato la fine dello stato d’emergenza, consenta ancora l’ingresso di immigrati irregolari nel nostro paese. Questo politica irresponsabile espone i nostri territori a gravi rischi sanitari e di sicurezza.
È assurdo allora che il sindaco di Taranto non dica una parola mentre questi immigrati irregolari si sono dileguati dall’hotspot di Taranto e chissà se alcuni di essi permangono ancora sul territorio comunale.