TARANTO: A CAUSA DI UN INCENDIO SFIORATA LA TRAGEDIA NELLA CASA CIRCONDARIALE
Poteva essere una tragedia con diverse vittime quella che è accaduta nella serata di ieri 8 luglio presso il carcere di Taranto, in cui un detenuto di origini foggiane di circa 30 anni giudicabile con seri problemi psichiatrici, ha appiccato il fuoco alle suppellettili presenti nella stanza in cui era ristretto, peraltro bagnandole con olio che viene utilizzato per la cucina, per fare più fumo ed alimentare le fiamme. Il fumo denso e velenoso ha subito invaso la sezione detentiva ove erano ristretti circa una sessantina di detenuti che, hanno incominciato a gridare e chiedere aiuto poiché non riuscivano più a respirare. Prontamente il personale di polizia penitenziaria in servizio ha indossato le maschere antigas ed è subito intervenuto, sia per far uscire il detenuto dalla propria stanza e quindi domare il fuoco, sia per mettere in sicurezza tutti gli altri ristretti che incominciavano già a presentare sintomi di intossicamento da fumo. All’operazione di salvataggio hanno partecipato sia il comandante di reparto ancora presente nel carcere nonostante l’orario, sia alcuni poliziotti fuori servizio che sono subito accorsi per dare il loro contributo. Purtroppo l’operazione di salvataggio ha comportato l’intossicazione di ben 8 agenti che sono dovuti ricorrere alle cure del locale ospedale per aver inalato il fumo nocivo. Sempre nella stessa serata, altri due detenuti affetti da problemi psichiatrici hanno creato ulteriori problemi, poiché uno senza alcun motivo, ha ridotto in pezzi i suppellettili della stanza in cui era ristretto, mentre un altro si autolesionava provocandosi tagli su tutto il corpo. Purtroppo questa non è che una cronaca di tragedia annunciata, poiché il SAPPE sindacato autonomo della polizia penitenziaria ha più volte denunciato la situazione tra l’indifferenza del presidente della regione e delle autorità sanitarie regionali che, pensano che la gestione dei detenuti psichiatrici non sia affare loro. E’ vergognoso che a Taranto come in altri penitenziari pugliesi già in grave difficoltà per il grave sovraffollamento di detenuti e carenza di personale, si lascino circolare liberamente nelle sezioni detentive decine se non centinaia di detenuti con seri problemi psichiatrici con la licenza di uccidere, o creare disordini senza un adeguato servizio psichiatrico che li controlli. Come è pure è uno scandalo che l’unica REMS interna in un carcere proprio per curare questo genere di detenuti situata nel carcere di Lecce che potrebbe ospitare almeno una ventina di pericolosi detenuti psichiatrici, sia pressochè chiusa, nonostante ci sia una legge molto precisa e chiara. Nel mese di Novembre 2019 il consigliere regionale di Forza Italia Damascelli presentò un circostanziata interrogazione urgente proprio sulla delicata questione dell’emergenza psichiatrica nelle carceri pugliesi, inutilmente. Purtroppo sono anni che il SAPPE denuncia come la gestione della sanità penitenziaria nella regione Puglia sia un completo fallimento tra l’indifferenza dei responsabili, nonostante ciò provochi un notevole pregiudizio alla sicurezza delle carceri e dei cittadini. Eppure l’evasione del pericoloso detenuto Perrone dall’ospedale di Lecce(furono coinvolti diversi cittadini) avrebbe dovuto far alzare le antenne a qualcuno, soprattutto nel palazzo del potere presidiato da un magistrato ed un ex prefetto che, sanno bene quanto sia importante tutelare la sicurezza dei cittadini. Invece in qualunque città della regione, qualunque cittadino può osservare scene di detenuti anche molto pericolosi, fatti uscire con urgenza dalle carceri a bivaccare per ore nei pronto soccorsi, insieme ai poliziotti e malati in attesa della visita che il più delle volte, si conclude con il rientro in sede dei detenuti. Detenuti che a tutte le ore, circolano tranquillamente per gli ospedali o strutture sanitarie, molte volte con personale di scorta insufficiente, tra i poveri cittadini molto preoccupati che in qualsiasi momento potrebbero trovarsi al centro di situazioni drammatiche. Ecco questo è il modello di gestione della sanità penitenziaria in Puglia ed il fatto accaduto ieri sera a Taranto, non è altro che l’ennesimo episodio che avrebbe potuto sfociare in tragedia, di cui oggi tutti i media nazionali si sarebbero tuffati a capofitto per ricercare le cause, senza il coraggioso intervento dei poliziotti penitenziari. Una cosa è certa che in caso di eventi drammatici che potrebbero avere un esito ben diverso, il SAPPE indicherà quali responsabili morali e materiali tutti quelli che non hanno voluto che la sanità penitenziaria nella Puglia funzionasse così come prevede la legge, e cioè garantire ai detenuti il diritto alla salute, contemperando però le esigenze di sicurezza per la collettività, poiché non ci si può scaricare le responsabilità facendo finta che il problema non esiste.