HomeCronaca e AttualitàTARANTO. SULL’EX ILVA, SURGO (MES): “LA CITTÀ È STANCA DI ESSERE PRESA A SCHIAFFI”

TARANTO. SULL’EX ILVA, SURGO (MES): “LA CITTÀ È STANCA DI ESSERE PRESA A SCHIAFFI”

TARANTO. SULL’EX ILVA, SURGO (MES): “LA CITTÀ È STANCA DI ESSERE PRESA A SCHIAFFI”

“Condividiamo la linea espressa dal sindaco Rinaldo Melucci e dal presidente di Confindustria Salvatore Toma sulla vicenda che riguarda le 46 aziende dell’indotto ex-Ilva che hanno contestato lo sciopero proclamato dalle sigle sindacali dei metalmeccanici contro il decreto legge che assegna 680 milioni di euro ad Acciaierie d’Italia”.

Antonio Surgo

È netto il giudizio di Antonio Surgo responsabile delle relazioni industriali per Taranto, Brindisi e Lecce del Mes, il Movimento Socialista Europeo sulla vicenda che ha registrato una posizione autonoma espressa da alcune aziende dell’appalto.

“Ci piacerebbe sapere se queste aziende che fremono per rientrare nel circuito produttivo – incalza Surgo- sono in possesso del certificato antimafia necessario per operare all’interno dello stabilimento siderurgico, come stabilito da un apposito protocollo sancito in Prefettura, oppure se intenderebbero continuare a lavorare con l’autocertificazione sostitutiva”.

“Ha fatto bene il sindaco a rispedire al mittente gli auguri di Natale di Acciaierie d’Italia”- asserisce il responsabile del Mes. “La città è stanca di essere presa a schiaffi. Non contestiamo il decreto legge del Governo -prosegue- ma è più che necessario che con i 680 milioni stanziati con il dl si avvii subito la ricapitalizzazione, cambiando la governance societaria e riportando l’azienda sotto il pieno controllo dello Stato. Non bastano le rassicurazioni fornite dall’ on.Iaia (Fdi) sull’ ingresso dello Stato nella maggioranza. Non ci rassicurano affatto. Non sono stati stabiliti i tempi del nuovo assetto della governance societaria. Il ministro Urso – dichiara ancora Surgo- nell’ incontro del prossimo 19 gennaio deve fornirci una data precisa. La data in cui la Morselli e il suo entourage saranno cacciati dall’azienda. È possibile che in Italia non ci siano altri manager in grado di risollevare le sorti dello stabilimento”?

“Basta- conclude Surgo – con questa gestione scellerata. Lo Stato che ha investito – a fondo perduto-milioni di euro in favore dell’azienda deve poter entrare di diritto nella sua gestione”.

luciani.2006@libero.it

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