TERESA BELLANOVA RISPONDE A MASSIMO D’ALEMA IN MERITO ALLA “MALATTIA” DEL PD
«Utilizzare il termine malattia per etichettare una stagione che ha saputo guardare al futuro e al riformismo dà esattamente conto di ciò che non si è più capaci di leggere con gli occhi della politica», così la viceministra Teresa Bellanova, è intervenuta sull’infelice battuta con cui Massimo D’Alema ha etichettato la stagione di Matteo Renzi alla guida del Pd, quando il partito ha superato la soglia del 40% di consensi è ha conquistato 17 regione su 20, definendola una “malattia di cui il Pd è ora guarito”. «Ciò dovrebbe far trasecolare anche gli amici del Pd che di quella stagione, caratterizzata dallo sguardo verso il futuro, ne hanno fatto parte – continua Bellanova – condividendo, spendendosi e lavorando per migliorare il Paese. Affrontare le sfide che il tempo ci impone con uno sguardo riformista o riesumare vecchi schemi che hanno prodotto solo fallimenti? Il punto sul quale la politica dovrebbe interrogarsi e dibattere è questo. Non il destino politico di D’Alema e soci».
Sul vespaio suscitato dalle dichiarazioni di D’Alema, che vorrebbe rientrare nel Pd insieme a Bersani e Speranza (Articolo Uno), è intervenuto anche l’attuale segretario del Pd Enrico Letta, dopo le dure critiche sollevate dentro e fuori dal partito. «Il Partito Democratico da quando è nato, 14 anni fa, è l’unica grande casa dei democratici e progressisti italiani – ha scritto Letta –. Sono orgoglioso di esserne il segretario pro tempore e di portare avanti questa storia nell’interesse dell’Italia. Nessuna malattia e quindi nessuna guarigione. Solo passione e impegno».
Sempre sull’argomento era già intervenuto anche il senatore salentino del Pd Dario Stefàno: «Caro D’Alema, la malattia del Pd è stata causata dalla difesa ad oltranza della “Ditta”, anche quando sarebbe stato più saggio andare in mare aperto».