TIZIANA FERRARIO IN TOUR PER PRESENTARE IL SUO ROMANZO “LA BAMBINA DI ODESSA”
CHE RACCONTA LA STORIA INCREDIBILE DI LYDIA BUTICCHI FRANCESCHI.
Sabato 21 e domenica 22 gennaio a Maglie, Spongano e Lecce prosegue il tour di presentazione del romanzo “La bambina di Odessa. La battaglia di una madre, la promessa fatta a un figlio” di Tiziana Ferrario (ChiareLettere). Nel suo nuovo libro, la giornalista, per anni volto noto del Tg1, inviata di politica estera e corrispondente da New York, racconta la vita straordinaria ma vera di Lydia Buticchi Franceschi, donna che ha lasciato un segno indelebile: madre, insegnante e testimone di un Novecento attraversato a testa alta. La nascita negli anni venti (da genitori italiani) in quella che oggi è ancora l’Ucraina, il ritorno in patria, la lotta partigiana, l’insegnamento a scuola, gli anni Settanta e poi il dolore più indicibile: la morte del figlio Roberto, ucciso esattamente 50 anni fa, il 23 gennaio 1973, da un colpo di pistola sparato dalla polizia fuori dall’Università Bocconi di Milano prima di un’assemblea del Movimento Studentesco. Il mini tour salentino prenderà il via sabato 21 gennaio con un doppio appuntamento: alle 10 l’autrice, dialogando con la giornalista Sonia Pellizzari, incontrerà le studentesse e gli studenti del Liceo scientifico “Leonardo da Vinci” di Maglie; alle 18:30 (ingresso libero – info 3496415030) sarà invece, con l’insegnante Valeria Bisanti, nel Centro di Aggregazione Giovanile di Spongano per un incontro promosso dall’amministrazione comunale in collaborazione con NarrAzioni, Ultimi fuochi teatro, Diffondiamo idee di valore, Conversazioni sul futuro e Libreria Idrusa di Alessano. Domenica 22 gennaio alle 11 (ingresso libero – info 0832242626), infine, alla Libreria Liberrima di Lecce, in collaborazione con Diffondiamo idee di valore e Conversazioni sul futuro, la giornalista sarà intervistata da Giulia Maria Falzea, autrice e operatrice culturale. «Lungo la strada della vita si incontrano tante persone, alcune non lasciano alcun segno, altre ci prendono per mano e ci guidano per farci capire da che parte sta il male e per che cosa vale davvero la pena lottare», sottolinea Tiziana Ferrario. «Sono stata fortunata a incontrare Lydia Franceschi quando ero all’inizio del mio cammino nella vita. È stata un esempio. Non finirò mai di ringraziarla».
IL ROMANZO
Nata a Odessa nel 1923 da Amedeo, comunista fuggito dall’Italia per non finire nelle carceri fasciste, e Lidia, italorussa che abbandona le proprie origini borghesi per sposare la causa della Rivoluzione, Lydia prende il nome della madre, morta misteriosamente pochi giorni dopo la sua nascita. Tornata in Italia col padre e rimasta orfana a dodici anni, dopo che questi è ucciso dal cognato in camicia nera, cresce in solitudine e partecipa alla Resistenza come staffetta partigiana, diventa insegnante e poi madre di due figli, fino al giorno che segnerà la seconda metà della sua esistenza. Il 23 gennaio del 1973, durante una manifestazione all’esterno della Bocconi, suo figlio Roberto, ventenne e tra i leader del movimento studentesco milanese, è colpito a morte alla nuca da un proiettile sparato dalle file della polizia. Per ricostruire l’accaduto e chiarire le responsabilità delle forze dell’ordine, Lydia inizia una battaglia che durerà oltre vent’anni. Lo Stato – incapace di identificare i colpevoli – si assumerà l’intera responsabilità risarcendo la famiglia che devolverà tutto alla Fondazione Roberto Franceschi, costituita nel 1996 in memoria del giovane ucciso. Lydia si è spenta a Milano il 29 luglio 2021. I proventi della vendita del libro saranno destinati alla Fondazione Roberto Franceschi Onlus (www.fondfranceschi.it).
L’AUTRICE
Tiziana Ferrario, giornalista, è stata uno dei volti del Tg1, inviata di politica estera e corrispondente da New York. Negli anni ha documentato guerre e crisi umanitarie. L’Afghanistan in mano ai talebani, la loro caduta, le difficoltà per il paese di andare oltre le dure leggi tribali che lo governano. In questo suo primo romanzo racconta la storia di Homaira, la principessa afghana in esilio a Roma, che ha conosciuto personalmente durante il suo lavoro giornalistico, diventando una sua cara amica. Anche in questo libro emerge con forza un tema che le sta a cuore: la difesa dei diritti delle donne. Ha scritto Il vento di Kabul (Baldini Castoldi Dalai 2006), Orgoglio e pregiudizi (Chiarelettere 2017) e Uomini, è ora di giocare senza falli! (Chiarelettere 2020).