TRENI IN ARRIVO A LECCE DALLA LOMBARDIA
3mila pugliesi rientrati in 2 giorni. Stop ai treni notturni
Spagnolo, “Scene non degne della gravità del momento”
Da presidente di un’associazione che opera nella Protezione Civile e da uomo impegnato nella vita sociale della città di Lecce esprimo tutto il mio sconcerto per quello che è accaduto in mattinata alla stazione ferroviaria.
Mi sorprende la leggerezza con cui in questo Paese si dà la possibilità ai cittadini di spostarsi da una zona all’altra del territorio, portando con sé i rischi del contagio.
Chi è salito su quel treno avrà tutte le autorizzazioni e sarà certamente in regola. Lo speriamo e comunque lo sapremo a breve. Ma ciò non toglie, comunque, la gravità dell’evento.
Vedere persone che provenendo dalla Lombardia tranquillamente scendono dal treno con i loro trolley e si dirigono verso chi li aspetta fuori dalla stazione è un’immagine che stride con gli appelli delle autorità sanitarie che ci vietano anche di portare i bambini a fare una passeggiata nel parco.
Il tutto mentre il Presidente della Regione, un post sì e l’altro pure, ci ricorda l’impossibilità di una risposta sanitaria da parte delle nostre strutture ospedaliere se i casi di coronavirus dovessero aumentare velocemente.
Possibile che non ci si organizzi? Che non ci si coordini? Viviamo in una Torre di Babele, ognuno dice la sua e si comporta di conseguenza.
E mi chiedo come si faccia a comportarsi così quando il personale sanitario è allo stremo e noi che operiamo nel settore del 118 lo vediamo secondo dopo secondo.
Da un lato la trincea e l’eroismo contro il virus e dall’altro il menefreghismo. Non trovo altri vocaboli per definire certi atteggiamenti. Tutte cose, tra l’altro, ampiamente previste, non fermate e non bloccate.
Non è questo il tempo delle polemiche, per carità.
Ma non si può nemmeno tacere facendo finta di non vedere, perché saremmo ancora più complici di chi oggi, avendo il potere per farlo, non si sta adoperando come la gravità della situazione richiederebbe.
Ma l’associazione non si ferma solo a questo, ovvero alle campagne
Mario Spagnolo