HomeSportUN LECCE TRASFORMATO NEL GIRO DI UN MESE FA SOLO SPERARE BENE

UN LECCE TRASFORMATO NEL GIRO DI UN MESE FA SOLO SPERARE BENE

UN LECCE TRASFORMATO NEL GIRO DI UN MESE FA SOLO SPERARE BENE

Si riprende a lavorare, oggi pomeriggio per preparare un impegno non a pochi giorni e lo si fa con lo spirito migliore corroborato dai quattro successi consecutivi conquistati dal Lecce. Dopo la gara vinta in rimonta e con un po’ di fortuna contro l’Alessandria i giallorossi è come se fossero stati oggetto di una bellissima metamorfosi e da oggetto da scoprire sono diventati una bella realtà vivente.

In questi quattro successi c’è anche qualche rivalsa sui precedenti trascorsi visto che in ben due casi (Alessandria e Cittadella) si tratta di due vittorie conquistate contro avversari mai battuti ed i veneti sono stati “serviti” a domicilio; per gli altre due gare si trattava di confronti con squadre che il pronostico dava (e continua a dare) come formazioni che avrebbero puntato alla promozione.

Se poi scendiamo un poco nei meandri dei numeri si deve rilevare come ad oggi, dopo sette gare giocate, il Lecce di Marco Baroni ha realizzato un bottino di quattordici punti (terzo posto in classifica) con due lunghezze di vantaggio sul Lecce di Fabio Liverani che a fine torneo conquistò il passaggio nel massimo campionato.

Un Lecce, quindi, che dopo uno stentato avvio, due punti in tre gare; una sola rete all’attivo (peraltro su rigore) e ben quattro al passivo, ha saputo ritrovarsi e conquistare delle successive quattro partite l’intera posta, cosa che è valsa l’inversione di rotta su tutti i fronti.

Che le cose siano cambiate basti pensare che in queste prime sette partite per tre volte il Lecce ha chiuso il match a reti inviolate (Benevento, Crotone e Monze) un dato che scorrendo il passato ha quasi dell’impossibile. I giallorossi, infatti, negli ultimi due campionati (serie A con retrocessione e serie B con la mancata promozione) hanno mantenuto inviolata la propria rete solo undici volte (rispettivamente 2 in A e 9 in B).

Di sicuro a questo punto si è arrivati grazie al diuturno lavoro fatto dal gruppo sotto la guida di Baroni e del suo staff. Del resto se analizziamo il comportamento dei singoli calciatori ne capiamo subito le motivazioni.

Il Lecce si sorregge, ma lo fa molto bene, su una dorsale che parte da Gabriel per passare a Lucioni e Hjulmand e giungere a Coda. Un quartetto di calciatori che è possibile definire stakanovisti visto che portiere, centrale difensivo e punta centrale hanno già totalizzato ben 720’ minuti giocando sempre dal primo al novantesimo e passa di ogni partita; segue il danesino d’oro Hjulmand a soli due minuti di distacco (718’). A voler proseguire da notare i 569’ del sorprendente Gendrey; i 532’ di Tuia (autore anche di una rete ed una in Coppa Italia) e poi oltre i quattrocento minuti troviamo Majer (425’) e Gargiulo (406’) con Di Mariano e Strefezza un poco più lontani ma di grnadissima importanza nello sviluppo del gioco corale e nella rinascita dell’attacco come reparto passato in beve dalle zero reti su azione a un bottino totale di dodici con Coda e Di Mariano a quattro cadauno e Strefezza a due-

Un Lecce trasformato in meglio che però, a dire da Baroni, può migliorare ancora e se lo dice lui c’è da credergli .

Ernesto Luciani

redazione.lecceoggi@gmail.com

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